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Femminicidi, tragedia infinita. 24 ore senza fiato, due tragedie per due No

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Due giovani vite spezzate. Due femminicidi. Ancora e ancora, come una catena di orrore che non si interrompe. A poche ore dalla vicenda di Sara Campanella, è stato ritrovato in una valigia il corpo di Ilaria Sula

Femminicidi

Femminicidi, tragedia infinita. 24 ore senza fiato, due tragedie per due No

Due giovani vite spezzate. Due femminicidi. Ancora e ancora, come una catena di orrore che non si interrompe. A poche ore dalla vicenda di Sara Campanella, è stato ritrovato in una valigia il corpo di Ilaria Sula

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Femminicidi, tragedia infinita. 24 ore senza fiato, due tragedie per due No

Due giovani vite spezzate. Due femminicidi. Ancora e ancora, come una catena di orrore che non si interrompe. A poche ore dalla vicenda di Sara Campanella, è stato ritrovato in una valigia il corpo di Ilaria Sula

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Due giovani vite spezzate. Due ragazze uccise. Due femminicidi. Ancora e ancora, come una catena di orrore che non si interrompe. A poche ore dalla vicenda della studentessa uccisa a Messina, è stato ritrovato in una valigia il corpo di Ilaria Sula, studentessa anche lei, scomparsa a Roma il 25 marzo scorso. Il cadavere chiuso in una valigia, buttata giù da un dirupo. Uccisa a coltellate. E come in un tragico copione che si ripete, a essere fermato un ragazzo con cui Ilaria aveva avuto una relazione. Decisivi, per stringere il cerchio, i tabulati telefonici.

Sembra incredibile dover raccontare due ragazze uccise, quasi coetanee, ammazzate nello stesso modo. Uccise da chi probabilmente sosteneva di amarle.

Continuiamo a parlare di vicende del genere, continuiamo a raccontarle e nonostante le leggi, nonostante le reazioni di pancia, nonostante l’indignazione, sembra che ci troviamo sempre allo stesso punto. Sempre davanti a giovani uomini che non sono capaci di gestire un rifiuto. Che come nel più profondo passato, pensano ancora “o mia o di nessun altro”.

E intanto raccontiamo di una società inclusiva, di rispetto delle differenze. Lo raccontiamo ma poi si muore ancora ammazzati perché non si ricambia un amore. E oltre all’indignazione, davvero toccherebbe capire cosa, concretamente si può fare. Perché evidentemente di ragazzi che pensano: se non stai con me ti uccido, ce ne sono tanti. E anche uno solo, sarebbe comunque troppo.

È del tutto sconfortante che queste riflessioni le abbiate potute leggere praticamente uguali 24 ore fa, commentando un’altra tragedia. Un’altra morte legata sempre all’assoluta incapacità di gestire i “No”. Cosa volete che sia cambiato in un giorno? Quale nuova proposta potremmo mai avanzare per mettere in sicurezza la vita delle nostre figlie? Dobbiamo solo ripetere, senza stancarci, senza arrenderci, senza arretrare.

E questo lavoro lo si fa in massima parte in casa, guardando negli occhi i nostri ragazzi.

di Annalisa Grandi

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