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Roma pestaggio

La bancarotta

Poco da aggiungere al pestaggio romano: la giustizia fai da te è la bancarotta dello Stato di diritto e se lo Stato di diritto fa bancarotta, lo Stato fa bancarotta
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Poco da aggiungere al pestaggio romano: la giustizia fai da te è la bancarotta dello Stato di diritto e se lo Stato di diritto fa bancarotta, lo Stato fa bancarotta
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Poco da aggiungere al pestaggio romano: la giustizia fai da te è la bancarotta dello Stato di diritto e se lo Stato di diritto fa bancarotta, lo Stato fa bancarotta
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Poco da aggiungere al pestaggio romano: la giustizia fai da te è la bancarotta dello Stato di diritto e se lo Stato di diritto fa bancarotta, lo Stato fa bancarotta
La giustizia fai da te è la bancarotta dello Stato di diritto e se lo Stato di diritto fa bancarotta, lo Stato fa bancarotta. C’è poco da aggiungere e non ho voglia (in questo caso la prima persona è un’assunzione di responsabilità) di mezze misure o formule di comodo per trovare una giustificazione a quella mattanza romana in cui non c’è scappato il morto solo per casualità. Non è necessario star qui a sottolineare quanto sia ripugnante la semplice idea di provare a scippare una donna di novant’anni. Così come la micro criminalità in quanto tale è micro solo per le statistiche, finendo per condizionare l’idea stessa di vita di centinaia di migliaia di persone. In particolar modo di chi deve confrontarsi con il quotidiano delle zone “di confine”, di cui tante volte ci siamo dovuti occupare negli ultimi giorni. La giustizia fai da te, i vigilantes e i punitori improvvisati contribuiscono solo a spalancare l’ultimo baratro sotto i piedi di quei quartieri, rioni e periferie, delle tante Caivano d’Italia. Così come soffiare sul fuoco, offrire il fianco e strizzare l’occhio a chi è pronto a “dare una lezione“ significa lasciare quelle zone esattamente nella realtà in cui si trovano. Chi assisteva al pestaggio del rapinatore – fateci caso – non chiedeva di chiamare la Polizia o i Carabinieri, di bloccare l’uomo e consegnarlo alle forze dell’ordine. Manco per idea. Quello che si ascolta è più che sufficiente per restarne angosciati: gente che partecipa verbalmente al pestaggio, altri che incitano, la signora che invita a menarlo da un’altra parte, per evitare di graffiare l’auto di sua figlia. La fiera del disfacimento sociale. Eppure, mai come in questi tempi di parole roboanti è così facile schierarsi dalla parte degli improvvisati sceriffi. Darsi di gomito, dopo aver menato con calci e pugni. Chi non è disponibile a mettere il cervello all’ammasso, allora, ha il compito morale di ricordare cosa sia lo Stato di diritto, la giustizia, a chi spetti il compito di garantirla, amministrarla, individuare i colpevoli e comminare le pene. Un’ultima riflessione: un Paese che minaccia pene sempre più severe e non riesce a far funzionare i tribunali si balocca con le parole, finché qualcuno decide di passare ai fatti. di Fulvio Giuliani  

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