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Utero proprio e genitori altrui

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In Italia, invece di rendere rapida e corretta la giustizia penale, c’è chi ritiene sia più urgente criminalizzare la maternità surrogata

Utero proprio e genitori altrui

In Italia, invece di rendere rapida e corretta la giustizia penale, c’è chi ritiene sia più urgente criminalizzare la maternità surrogata
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Utero proprio e genitori altrui

In Italia, invece di rendere rapida e corretta la giustizia penale, c’è chi ritiene sia più urgente criminalizzare la maternità surrogata
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Non vi è bisogno di essere giuristi per comprendere le gravi carenze della giustizia penale in Italia: la maggioranza dei reati resta impunita, quando si arriva a un processo questo dura tempi biblici – incompatibili con i diritti sia delle vittime che degli accusati innocenti – e gli orrori giudiziari sono numerosissimi, come ben sanno i lettori de “La Ragione”. Orbene, par di capire che al governo, nonostante la presenza di un ottimo ministro della Giustizia, invece di dedicarsi a rendere rapida e corretta la giustizia penale in Italia ci sia chi ritiene più urgente criminalizzare la maternità surrogata… all’estero. Non entro qui nel merito etico e giuridico dei contratti di “affitto dell’utero”: materia palesemente controversa, visto che vi sono civilissimi Paesi che li consentono e altri civilissimi Paesi che li vietano. Personalmente ritengo che lo Stato, rispetto a contratti liberamente sottoscritti fra privati, dovrebbe limitarsi alla tutela dei diritti dei contraenti e dei terzi, senza assumere astratte posizioni “etiche” dipendenti dall’ideologia o religione di chi al momento governa; ma, ripeto, sospendiamo qui il giudizio sulla questione di fondo. L’Italia è libera di mantenere il divieto vigente di contrattare maternità surrogate o di cambiare la legge in materia e potrebbe anche essere libera di negare valore legale in Italia di simili contratti sottoscritti all’estero, sempreché le conseguenze di tali divieti non ledano i diritti civili e umani dei bambini nati a loro seguito. Ma l’idea di criminalizzare in Italia contratti esteri appare bislacca e potenzialmente kafkiana. Se un italiano che vive a Los Angeles viene in Italia con il figlio nato con maternità surrogata per fargli incontrare i nonni, i nostri novelli Torquemada pensano che dovrebbe essere arrestato? E dovrebbe essere arrestata anche la moglie, americana, che ha sottoscritto nel suo Paese un contratto perfettamente lecito? E la gestante americana, madre biologica ma non genetica, si ritroverebbe in Italia con un bambino che per la legge del suo Paese non è suo? E tutto questo al fine di meglio tutelare i diritti di chi, esattamente? E quando una coppia di italiani ha un figlio all’estero, potenzialmente con maternità surrogata, i nostri Torquemada immaginano forse di sottoporre entrambi a esami genetici quando tornano in Italia, al fine di scoprire se si sono per caso macchiati di tale delitto? In Italia, a quel che ricordo, la poligamia è un reato. Se sbarca a Cutro un profugo somalo con le sue tre mogli (nei Paesi islamici la poligamia è perfettamente legale), possiamo limitarci a considerare qui valido solo il primo matrimonio o dobbiamo arrestare tutti e quattro per poligamia? Le vie dell’inferno sono notoriamente lastricate di buone intenzioni, un concetto che non andrebbe mai dimenticato occupandosi di giustizia in Italia. Di Ottavio Lavaggi

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