Stretta sulla criminalità giovanile: nella bozza del decreto legge stop ai cellulari dai 14 anni e possibilità di imporre il Daspo urbano anche ai minori
Le critiche sono già iniziate eppure nella bozza del decreto per il contrasto al disagio giovanile e alla criminalità minorile ci sono dei provvedimenti che possono dare risultati insperati. Come la possibilità di vietare l’accesso alle piattaforme informatiche e ai cellulari per chi abbia compiuto 14 anni e risulti condannato, anche in via non definitiva, per alcuni reati. Perché sappiamo, lo abbiamo visto in questi mesi, quanto molti dei reati commessi dai giovanissimi siano legati alla volontà di postare contenuti sui social. Di esibirsi, online.
Insieme a questo c’è la proposta di una multa nei confronti dei genitori che non abbiano esercitato il loro compito di sorveglianza, nei confronti del minore. Certo, non sempre per gli adulti è facile. Ma talune volte proprio nell’assenza delle figure di riferimento si fanno largo certi comportamenti. Ancora, è previsto il carcere fino a due anni per il genitore che “omette di far impartire al figlio l’istruzione obbligatoria”. Cioè se il minore non va a scuola, il genitore rischia il carcere. Questo certo un provvedimento di certo piuttosto duro. Ma che, se il decreto diventasse effettivo, potrebbe funzionare come deterrente. Così come la possibilità di imporre il Daspo urbano anche ai minori. Insomma: minorenni che vengono puniti quasi come gli adulti.
Questa è l’idea. Divisiva probabilmente. Ma di certo mettere in campo provvedimenti a contrasto di quella che sembra una vera escalation di violenza giovanile, è necessario.
Di Annalisa Grandi
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