“A troppe di noi è stato detto che dovevamo scegliere tra essere madre e fare carriera. Come madre di sette figli e come presidente della Commissione europea, mi permetto di dissentire. Ma conosco gli ostacoli che le donne affrontano”. Queste le recenti dichiarazioni di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, in merito al dibattito su famiglia e carriera nel corso del suo intervento al G20.
Il dibattito relativo a “lavoro e maternità” non si spegne mai ma ritorna prepotente ogni qualvolta un politico o un personaggio famoso rilascia delle dichiarazioni in merito.
È corretta l’affermazione della Presidente, anche se non si può ignorare il fatto che si tratti di una persona privilegiata che ha potuto contare su molti aiuti.
Soprattutto per i primi anni di vita di un bambino, quando la sua cura richiede attenzione 24 ore al giorno e le piccole cose quotidiane come guardare un film o uscire la sera diventano un vero e proprio miraggio.
Diventare madri è una delle gioie più grandi della vita. L’emozione del parto, i primi passi di un bambino e tutti i suoi progressi sono tutte sensazioni che almeno una volta nella vita le donne sognano.
Soprattutto per le donne. Anche al giorno d’oggi, dove tutto sembra essere a portata di mano o di click.
Se a questo aggiungiamo una mancanza di politiche sociali a favore delle neo mamme e le difficoltà riscontrate nel rientro al lavoro dopo il congedo maternità, moltissime donne decidono di sacrificare il proprio sogno di creare una famiglia per cercare di raggiungere nuovi obiettivi professionali.
Innanzitutto non bisognerebbe rinunciare a priori al proprio sogno solo perché appare complicato conciliare famiglia e lavoro. Inoltre, oggi le possibilità sono molte più che in passato: infatti, se un tempo per la maggior parte di loro la scelta obbligata era abbandonare il lavoro, oggi le cose sono cambiate grazie a politiche di sostegno alla maternità che hanno ampliato le tutele delle lavoratrici.
Le difficoltà esistono ancora. In molti luoghi di lavoro la gestione della maternità è controversa e poco tutelata, ma nonostante ciò non bisogna abbandonare un sogno professionale, soprattutto dopo aver investito energie e risorse, solo perché si decide di diventare mamma.
Secondo l’Ispettorato nazionale del Lavoro, in un anno sono state oltre 37mila le neo mamme lavoratrici che hanno presentato le dimissioni a causa della difficoltà nel conciliare gli impegni lavorativi con l’accudimento dei figli: un numero in aumento del 4,6% in più nel 2020 rispetto all’anno precedente.
Perseguire un sogno professionale non vuol dire essere una cattiva mamma. E quando i figli saranno più grandi saranno in grado di capire che il tempo sottrattogli a causa del lavoro sarà stato soprattutto per garantire loro un futuro migliore.
“Dobbiamo sforzarci di creare le condizioni giuste affinché tutte le donne possano godere di un accesso paritario al mercato del lavoro”, ha aggiunto la presidente nel suo discorso. Tutti d’accordo con la Von der Leyen, a patto che non si tratti di inutile retorica.
Di Alessia Luceri
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