Esercito italiano alla carica
L’Esercito italiano accelera sui nuovi veicoli per la fanteria che saranno prodotti dalla joint venture paritetica fra Leonardo e Rheinmetall
Esercito italiano alla carica
L’Esercito italiano accelera sui nuovi veicoli per la fanteria che saranno prodotti dalla joint venture paritetica fra Leonardo e Rheinmetall
Esercito italiano alla carica
L’Esercito italiano accelera sui nuovi veicoli per la fanteria che saranno prodotti dalla joint venture paritetica fra Leonardo e Rheinmetall
L’Esercito italiano accelera sui nuovi veicoli per la fanteria che saranno prodotti dalla joint venture paritetica fra Leonardo e Rheinmetall
Una volta la cavalleria, lanciata alla carica, gridava «Avanti Savoia!». A girare per i corridoi dello Stato Maggiore dell’esercito in questi giorni è probabile che si sentano simili urla d’incoraggiamento. Dopo oltre un decennio di sostanziale immobilismo negli investimenti e nelle acquisizioni, le forze di terra partono alla (ri)carica per ammodernarsi. E lo fanno bruciando i tempi del programma per i nuovi veicoli corazzati.
La storia è nota e già raccontata su queste pagine. L’Italia ha bisogno di nuovi carri armati e veicoli pesanti per la fanteria che, dopo qualche difficoltà burocratica, saranno prodotti dalla joint venture paritetica fra Leonardo e Rheinmetall. Il progetto dei due mezzi (rispettivamente noti in maniera provvisoria come I-Mbt e Aics) sarà basato sul Kf-51 Panther e il Kf-41 Lynx della ditta tedesca. Il 31 dicembre scorso il primo Kf-41 (prodotto per le Forze armate ungheresi) è arrivato al centro sperimentazione dell’esercito. Pochi giorni fa, alla presenza del capo di Stato Maggiore, il generale Masiello, il mezzo ha dimostrato le sue capacità durante un evento pubblico. E sono state fornite interessanti informazioni sulla produzione.
Entro la metà di febbraio dovrebbe essere firmato il primo contratto per il veicolo da combattimento per la fanteria. Dato che i soldati hanno un estremo bisogno di questo mezzo – considerata l’ormai totale inadeguatezza dei vecchi “Dardo” schierati nei battaglioni Nato sul fronte Est – entro il 2025 saranno consegnati i primi cinque esemplari. Saranno Kf-41 semplici, identici a quelli già prodotti per l’Ungheria e senza italianizzazioni (esclusa la traduzione di comandi, interfacce e manuali). Nel 2026 ne arriveranno altri 11, tutti armati con la nuova torretta Hitfist 30 di Leonardo. Si tratta di un Urgent Operational Requirementper coprire le necessità operative nell’immediato, in attesa dello sviluppo dell’effettivo mezzo italiano definitivo.
Sempre in questi giorni sono arrivate importanti informazioni dal punto di vista industriale. Il costo complessivo dei contratti ammonta a circa 23 miliardi di euro (15 per l’Aics e 8 per l’I-Mbt). Il mezzo per la fanteria sarà prodotto in due fasi (esclusi i 16 veicoli ‘urgenti’): durante la prima saranno sviluppati sei prototipi (l’Aics prevede 16 varianti), nella seconda si passerà alla produzione di massa. Entro il 2040, anno di prevista ultima consegna, saranno forniti all’esercito 1.050 veicoli basati sul Kf-41.
Tempi leggermente più lunghi, invece, per l’avvio del programma I-Mbt per il nuovo carro armato. Il tank di partenza, il Kf-51, è ancora un prototipo anche per Rheinmetall e andrà ampiamente italianizzato. Si parla di un primo esemplare per la valutazione fra il 2026 e il 2027, con consegne da completare entro il 2035. Il carro sarà fornito in 272 unità, di cui 132 in versione standard da combattimento, mentre gli altri 140 saranno mezzi speciali (getta ponte, sminamento e recupero). Si sa ancora poco dell’assetto definitivo. Secondo le diapositive presentate durante le prove del Kf-41, si apprende che il nuovo tank avrà probabilmente una torretta a controllo remoto, un sistema di lancio per droni kamikaze o missili controcarro e un motore Iveco assai potente, che fornirà una mobilità davvero elevata.
L’esercito preme sull’acceleratore come mai prima d’ora, correndo verso un futuro troppo a lungo sognato. Speriamo solo che la burocrazia, vecchia nemica dei militari, non freni questa nuova carica.
Di Umberto Cascone
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