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Rublo

Il rublo è crollato a Mosca

In poco più di un anno, il valore del rublo è sceso del 50%. A dicembre era considerata dal “The Economist” “la moneta più performante”. Ecco cosa è successo
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Il rublo è crollato a Mosca

In poco più di un anno, il valore del rublo è sceso del 50%. A dicembre era considerata dal “The Economist” “la moneta più performante”. Ecco cosa è successo
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Il rublo è crollato a Mosca

In poco più di un anno, il valore del rublo è sceso del 50%. A dicembre era considerata dal “The Economist” “la moneta più performante”. Ecco cosa è successo
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In poco più di un anno, il valore del rublo è sceso del 50%. A dicembre era considerata dal “The Economist” “la moneta più performante”. Ecco cosa è successo
Mosca – Nella prima mattinata di ieri, alla Borsa di Mosca, è stata superata l’asticella dei 100 rubli per un euro. Una soglia psicologica che dà la misura di quanto si sia svalutata la divisa russa, il cui valore si è ridotto del 50% in poco più di un anno. Il capo della Banca centrale Elvira Nabiullina ha ostentato tranquillità, ma le voci di un possibile aumento dei tassi d’interesse (oggi al 7,5%) sono iniziate a circolare. Ma com’è potuto succedere che una moneta, soltanto lo scorso dicembre considerata dal “The Economist” «la più performante», sia crollata così? Gli elementi da tenere in conto sono molti. In primo luogo quelli che gli economisti definiscono “fattori strutturali”. Secondo il quotidiano economico moscovita “Vedomosti”, «nel primo trimestre 2023 il bilancio ha ricevuto solo il 22% dei 5.700 miliardi di rubli previsti». Il calo maggiore delle entrate si è verificato nei settori del petrolio e del gas, circa 1.300 miliardi di rubli in meno. Le sanzioni decise dall’Unione europea contro gli idrocarburi dello ‘zar’ iniziano insomma a funzionare. Sono lontani i tempi in cui, all’inizio dell’invasione dell’Ucraina, Putin poteva taglieggiare alcuni dei governi del Vecchio Continente pretendendo il pagamento in rubli del suo gas. Ora, mediamente, alcuni Paesi chiave per le esportazioni russe (fra cui l’Italia) hanno ridotto fino al 70% gli ordini da Mosca, rimpiazzati solo parzialmente dai massicci acquisti cinesi e indiani. Pesa inoltre il fardello delle spese militari. Malgrado il governo di Mikhail Mishustin abbia tentato in ogni modo di nascondere i costi dell’“Operazione militare speciale”, i numeri iniziano a venire a galla. Secondo una stima preliminare del Ministero delle Finanze, «le spese di bilancio negli ultimi cinque mesi (gennaio-maggio) sono state pari a 13.229 miliardi di rubli» quando nel 2023 il deficit complessivo avrebbe dovuto essere di 2.900 miliardi, ovvero ben 10 volte inferiore! In realtà il buco di bilancio è ancora più significativo, visto che quest’anno i colossi del mercato russo (in primis Gazprom e Lukoil) non hanno distribuito dividendi, dirottati verso le spese militari. Anche la divisa cinese ha accresciuto significativamente il suo valore negli ultimi mesi in Russia e rappresenta ora il 41% dei volumi scambiati alla City di Mosca. Ormai da qualche anno Pechino si è trasformata nel più importante partner commerciale di Mosca e la tendenza è destinata a rafforzarsi in futuro. Che ricadute avrà il crollo del rublo sulla vita quotidiana dei russi? Le file davanti ai negozi di cambi sono aumentate significativamente negli ultimi giorni, ma non c’è stato panico. Molti degli operatori economici alimentari stranieri hanno da tempo abbandonato il mercato russo e quindi non si assisterà probabilmente a un significativo aumento dell’inflazione. Altro discorso è invece quello della tecnologia di consumo o dei cosmetici, beni destinati a raggiungere prezzi record. A patto però di trovarli sugli scaffali. Di Yurii Colombo

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