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Alessandra Todde

Alessandra Todde, il moralismo del Movimento 5 Stelle e la teoria dello scontrino

Alessandra Todde, il voto è più importante della rendicontazione. C’è un “però” grande quanto l’intera Sardegna se non addirittura l’Italia tutta: il moralismo del Movimento 5 Stelle e la teoria dello scontrino

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Alessandra Todde, il moralismo del Movimento 5 Stelle e la teoria dello scontrino

Alessandra Todde, il voto è più importante della rendicontazione. C’è un “però” grande quanto l’intera Sardegna se non addirittura l’Italia tutta: il moralismo del Movimento 5 Stelle e la teoria dello scontrino

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Alessandra Todde, il moralismo del Movimento 5 Stelle e la teoria dello scontrino

Alessandra Todde, il voto è più importante della rendicontazione. C’è un “però” grande quanto l’intera Sardegna se non addirittura l’Italia tutta: il moralismo del Movimento 5 Stelle e la teoria dello scontrino

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Alessandra Todde, il voto è più importante della rendicontazione. C’è un “però” grande quanto l’intera Sardegna se non addirittura l’Italia tutta: il moralismo del Movimento 5 Stelle e la teoria dello scontrino

La si può e la si deve mettere così: il voto è più importante della rendicontazione. Dunque nessuno tocchi Alessandra Todde, presidente della Giunta regionale della Sardegna, che il Collegio regionale di garanzia elettorale ha ingiunto di far decadere per una rendicontazione delle spese elettorali «pasticciata» e «sciatta», come dicono quelli del Pd. Tuttavia, c’è un “però” grande quanto una casa, anzi quanto l’intera Sardegna se non addirittura l’Italia tutta: il moralismo del M5S e la teoria dello scontrino.

Su cosa si è infatti basato – è bene parlare al passato – il successo della politica del popolo grillino se non sugli scontrini, sulla rendicontazione, sulle spese, sui tagli, sui rimborsi e, insomma, sui soldi e sulla trasparenza? In principio fu proprio lo scontrino che, trasformato in arma, fu usato come una clava da dare in testa agli avversari politici, anzi ai nemici della Casta. Tutta la politica era la Casta e il M5S veniva per separare il mondo in due metà come una mela: Noi e Loro. Casta e Anti-Casta. Politica e Anti-Politica. Di qua i puri, di là gli impuri. Di qua gli onesti, di là i disonesti. Di qua la luminosa rendicontazione centesimo per centesimo, di là l’oscura realtà senza distinzione fra spese pubbliche e comodità private. E ora cosa ti combina la competente Todde? Cade, cioè decade, proprio sulla rendicontazione.

La moralistica teoria dello scontrino non risparmia nessuno. Chi di scontrino ferisce di scontrino perisce. Se non fosse una comica sarebbe una tragedia. In omaggio alla tradizione nazionale è la classica tragicommedia. Con i puri che si scoprono impuri e gli impuri che si ritrovano puri. Ma da qualche parte bisognerà pur trovare qualcuno con il coraggio di difendere le ragioni della politica e delle istituzioni e dire bello chiaro e tondo che un’elezione pienamente legittimata dal voto popolare non può essere messa in discussione dal dilettantismo dell’organizzazione elettorale del M5S. I grillini sono vittime di sé stessi e questa vicenda è un perfetto contrappasso dantesco. Anzi, a ben vedere tutta la storia del grillismo è stata giustiziata dagli stessi giustizialismi e moralismi del Movimento. Però, a questo punto, bisogna prenderne atto pubblicamente. A chi tocca mettere fine all’equivoco moralistico? Beh, è evidente: ad Alessandra Todde.

Il pasticcio c’è tutto. Non c’è la nomina del mandatario obbligatorio, non c’è il conto corrente e non risulta chi ha effettuato i finanziamenti. Ma i voti ci sono. I sardi hanno votato e hanno scelto. Il voto popolare può essere inficiato dalle incompetenze organizzative grilline? Bisogna giudicare questo evidentissimo scherzo da prete del destino con la teoria dello scontrino o con la teoria costituzionale della sovranità popolare (limitata)? Nel primo caso si continua con la logica antipolitica dei Puri e degli Onesti e si dimostra davvero di essere incompetenti perché non si è capaci di diventare classe di governo e di rappresentare la legittimità istituzionale. Nel secondo caso si ha l’occasione di uscire da un equivoco e da un malcostume che dura davvero da troppo tempo e si ha la possibilità, con il voto in Consiglio regionale, di rivendicare i diritti e i doveri della politica assumendosi responsabilità e scelte di governo e porre fine alla purezza grillina.

Ha Alessandra Todde questa forza politica e morale per passare il guado o intende restare in sella e rivendicare il grillismo? A lei la scelta se essere seria o continuare la commedia anche al cospetto delle ironiche capriole della storia.

di Giancristiano Desiderio

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