La poesia di Berlusconi al Quirinale
| Politica
Scomodare i poeti, in politica, è cosa azzardata. I poeti sognano, i politici guardano al sodo. Eppure nella sfida epica per il Colle del cavalier Silvio Berlusconi, qualcosa di (im)poetico c’è.
La poesia di Berlusconi al Quirinale
Scomodare i poeti, in politica, è cosa azzardata. I poeti sognano, i politici guardano al sodo. Eppure nella sfida epica per il Colle del cavalier Silvio Berlusconi, qualcosa di (im)poetico c’è.
| Politica
La poesia di Berlusconi al Quirinale
Scomodare i poeti, in politica, è cosa azzardata. I poeti sognano, i politici guardano al sodo. Eppure nella sfida epica per il Colle del cavalier Silvio Berlusconi, qualcosa di (im)poetico c’è.
| Politica
AUTORE: Massimiliano Lenzi
Silvio, rimembri ancor quel tempo… Scomodare i poeti, in politica, è cosa azzardata. Loro (i poeti) sognano, mentre i politici guardano al sodo. Eppure nella sfida epica per il Colle del cavalier Silvio Berlusconi, qualcosa di (im)poetico c’è. Ed è la desolazione del centrosinistra che nulla ha in comune se non il dire: «Silvio no». Noioso e autolesionista.
Eppure trattasi del minimo comune denominatore degli alleati di centrosinistra – i piddini, i grillini, gli speranzini – che ieri si son riuniti per il tramite dei loro leader Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza per twittare all’unisono che lavoreranno assieme «per dare al Paese una o un presidente autorevole in cui #tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto. Nessuno può vantare un diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della responsabilità».
Tre leader unificati dal no a Berlusconi. Meno convincenti dei dissensi interni al centrodestra. Berlusconi che ancora una volta si rivela – piaccia oppure no – avanti agli altri, nel coraggio di gettare il cuore oltre l’ostacolo d’un obbiettivo ambizioso (e non di un arrocco difensivo): giocarsi il Quirinale.
Il centrodestra, non v’è dubbio, mostra in questi giorni i propri limiti proprio su Berlusconi presidente (della Repubblica) ma il centrosinistra denota qualcosa di peggio d’una litigiosità politica. Il pregiudizio, il sospetto, il divieto. Odino meno e rileggano Giacomo Leopardi: «Che pensieri soavi / Che speranze, che cori» o Silvio mio. Il resto è invidia.
di Massimiliano Lenzi
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche
La denuncia di Luca Zingaretti all’aeroporto di Fiumicino: “Vergognatevi!” – IL VIDEO
15 Luglio 2025
Sono bastati venti secondi per riportare in auge uno tra i temi più dibattuti nel nostro Belpaese…
Mattarella, meno male che c’è
15 Luglio 2025
Titolo del nuovo brano? “Meno male che… Sergio c’è!” e ogni riferimento al Presidente Mattarella…
UniCredit e il golden power del governo italiano. La lettera dell’Ue all’Italia
14 Luglio 2025
La commissione Ue ha inviato una lettera all’Italia in cui vengono espressi molti dubbi sul “caso…
Risvegliare il Taco Trump. Senza che se ne accorga
13 Luglio 2025
E meno male che si era diffuso ottimismo per la trattativa commerciale fra la Commissione europea…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.