Vittorio Sgarbi, appena nominato sottosegretario alla Cultura (buon lavoro), aveva promesso una collocazione per Morgan, immaginandolo consigliere per la musica. Il ministro ha preferito nominare un direttore d’orchestra, Beatrice Venezi (buon lavoro). Legati da amicizia, che è sempre una bella cosa, Sgarbi ha assicurato che la delusione di Morgan è durata poco. Poi ha aggiunto: «Vedremo di trovargli un programma in Rai», precisando che «questa sera (ieri, ndr.) vedrò il ministro per dare un futuro a Morgan».
Interessante. Il punto è che in Rai la lottizzazione è sempre quella che fanno gli altri, sicché è di sinistra per la destra e di destra per la sinistra. Purtroppo è in condotte come queste che si realizza il massimo di unità nazionale, praticandola tutti, anche quando non si trovano in maggioranza. Inoltre, saranno pure parole dettate dall’amicizia ma finiscono con il fare un pessimo servizio all’artista, che dove abbia bisogno di sponsor e protezioni per fare qualche cosa si segnala più che altro per l’arte d’arrangiarsi.
La Rai soffre di molte cose, ma non certo di ristrettezze nell’organico e nei programmi; anzi, è affetta da un gigantismo cui non corrisponde eguale sostanza. Tutto, naturalmente, a spese del contribuente. Il governo dovrebbe, in via teorica, occuparsi del futuro dell’Italia, non di darne uno a qualche amico. E sebbene pare che dare il buon esempio non sia in cima alla scala delle priorità, quando si rivestono cariche pubbliche non sarebbe una brutta cosa.
Di Sofia Cifarelli
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