Il voto sullo stop dal 2035 in Ue alla vendita di veicoli a benzina o diesel di nuova immatricolazione è stato rinviato a data da destinarsi e non è entrato nell’agenda dei lavori della riunione dei Rappresentanti permanenti aggiunti dei 27 Paesi dell’Unione europea.
La notizia è stata data ieri dalla presidenza di turno svedese e subito in Italia son scattate le rivendicazioni di vittoria politica da parte di alcuni esponenti del governo. Uscendo dalle rivendicazioni (più utili per qualche puntata di talk show) e guardando ai fatti, anzitutto si tratta d’un rinvio e non di uno stop, perciò più che rivendicare vittorie di Pirro sarebbe interessante cercar di capire dove potrà cadere la linea di una negoziazione possibile per uscir dallo stallo (ferma restando la scelta politica green dell’Ue).
Per quanto riguarda gli equilibri politici in seno all’Unione, a pesare sulla scelta di un rinvio sono state le posizioni contrarie di Italia, Polonia e Bulgaria ma soprattutto quella della Germania, la cui industria automobilistica si è peraltro già abbastanza attrezzata per un’uscita dall’endotermico nei tempi indicati dall’Ue. Quanto a un compromesso possibile, è probabile che alla fine cadrà sulla decisione di non eliminare la vendita di auto a motore endotermico, puntando invece alla sostituzione di benzina e diesel con combustibili meno inquinanti come l’idrogeno. Sarebbe utile una riflessione della nostra politica e degli industriali italiani di settore.
di Jean Valjean
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