20 anni di Havas Pr nel segno della lotta alla disinformazione
“Fake Off – spegniamo la disinformazione”: in occasione del 20° anniversario di Havas Pr, società di consulenza in comunicazione parte di Havas Group, un dibattito sulle fake news
20 anni di Havas Pr nel segno della lotta alla disinformazione
“Fake Off – spegniamo la disinformazione”: in occasione del 20° anniversario di Havas Pr, società di consulenza in comunicazione parte di Havas Group, un dibattito sulle fake news
20 anni di Havas Pr nel segno della lotta alla disinformazione
“Fake Off – spegniamo la disinformazione”: in occasione del 20° anniversario di Havas Pr, società di consulenza in comunicazione parte di Havas Group, un dibattito sulle fake news
“Fake Off – spegniamo la disinformazione”: in occasione del 20° anniversario di Havas Pr, società di consulenza in comunicazione parte di Havas Group, un dibattito sulle fake news
Havas Pr (qui il sito), società di consulenza in comunicazione parte di Havas Group, compie 20 anni. In occasione di questo anniversario, si è svolto questa mattina – presso la “Società d’incoraggiamento d’arti e mestieri” di Milano – l’evento “Fake Off – spegniamo la disinformazione” in cui diversi esperti hanno analizzato un tema estremamente importante quanto attuale: le fake news (e come riconoscerle).
Al confronto – moderato da Francesco Oggiano, giornalista e autore di “Digital Journalism” – sono intervenuti:
- Caterina Tonini, Ceo Havas Creative Network Italy | Co-Founder & Ceo Havas Pr Milan
- Corrado Tomassini, Vicepresidente Havas Pr Milan
- Carlo Martini, Professore Associato in Logica e Filosofia della Scienza, UniSr, Università Vita – Salute San Raffaele
- Daniela Poggio, Vice President of Communication and Public Affairs Italy, Stellantis
- Biagio Oppi, External communications director, Pfizer Italia
- Massimiliano Dona, Presidente di Consumatori.it e divulgatore
- David Puente, Vicedirettore di Open
- Andrea Nuzzo, Content creator, imprenditore e specialista in comunicazione digitale
Bisogna partire innanzitutto da una domanda: è veramente semplice riconoscere una notizia falsa? Molti potrebbero rispondere che è (quasi) banale riconoscere le fake news… ma così non è affatto. E, come abbiamo spesso raccontato, purtroppo i rischi sono tanti.
A spiegarlo, con diversi dati, è lo studio “Disinformazione a scuola” – realizzato dal team del professor Martini dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – presentato durante “Fake Off – spegniamo la disinformazione”. Tale studio ha indagato l’interazione di oltre 2.000 studenti italiani delle scuole superiori con il mondo dell’informazione.
Il risultato? 1 giovane su 3 non è in grado di riconoscere le notizie affidabili. Per quanto possa sembrare difficile pensarlo, anche per i ragazzi d’oggi – che “vivono” nel mondo online – è complicato distinguere una notizia vera da una falsa. Per diverse motivazioni, in particolare una: la “bravura” e la “capacità” di rendere una notizia falsa “credibile e veritiera”. Ci sono infatti diversi escamotage che le persone – purtroppo – utilizzano per far credere che ciò che viene scritto/detto sia reale: modi di scrivere una notizia, di raccontato un fatto ecc… Tanto, alla fin fine, chi va (veramente) a controllare che la notizia sia vera e che la fonte sia credibile?
I dati parlano chiaro e raccontano di come i giovani siano carenti nella corretta identificazione di notizie affidabili (32,8% per il tema ambiente e 36,9% per il tema salute). Inoltre, evidenziano le difficoltà che i ragazzi hanno nell’individuare notizie non affidabili (41,3% per il tema ambiente e 35,2% per il tema salute).
La fruizione dei contenuti online è, oggi in particolare, estremamente rapida: ad esempio, si possono vedere una grande quantità di video in pochi minuti “scollando” con lo smartphone. I rischi aumentano proprio quando l’informazione arriva sul cellulare. L’impegno dimostrato nella valutazione di informazioni da questo strumento – si piega nello studio – è inferiore rispetto a quello mostrato davanti ad un computer; un aspetto questo molto preoccupante poiché gli adolescenti coinvolti stimano di trascorrere davanti allo schermo del telefono cellulare circa 5 ore e 50 minuti, ogni giorno.
Ma attenzione, a “cascare” nelle fake news non sono soltanto i giovani; questo discorso vale anche per gli adulti.
La presentazione è stata inoltre l’occasione per annunciare la nascita dell’“Osservatorio permanente sulla Disinformazione Digitale” dell’Università Vita-Salute San Raffaele che – con il sostegno di Havas Pr – coinvolgerà aziende, addetti ai lavori e studenti delle scuole superiori italiane con l’obiettivo di affrontare con consapevolezza i rischi provenienti dalle fake news.
“In occasione del traguardo dei primi 20 anni di Havas PR, quali consulenti che dialogano quotidianamente con il mondo dell’impresa, dei media, delle istituzioni e degli stakeholders dell’impresa, sentiamo il bisogno di dare un contributo fattivo nell’evitare che fenomeni come la sovrabbondanza dei messaggi o la veicolazione di informazioni inaccurate possano alimentare il circolo vizioso delle fake-news e generare impatti negativi sulle nuove generazioni”, le parole di Caterina Tonini, ceo di Havas Creative Network Italy e Co-Founder & Ceo di Havas Pr.
“L’uso irresponsabile o distorto del digitale e dell’intelligenza artificiale oggi pongono grandi minacce specie per i più giovani, profondamente connessi nelle piattaforme digitali e nei social media – prosegue Tonini – Per le imprese emerge un nuovo ruolo: diventare guardiani non solo dei propri valori e della qualità della comunicazione che accompagna le loro azioni, ma anche del contesto informativo in cui si inseriscono, che deve contribuire a creare un contesto d’informazione inclusivo e responsabile, specie per un segmento così importante per il futuro del nostro Paese”.
Il professor Carlo Martini spiega: “Lo studio e la lotta alla disinformazione devono necessariamente passare attraverso la collaborazione di tutte le parti sociali, e le aziende sono una componente essenziale di questo processo”. E ancora: “Ci troviamo in un mondo in cui informazione e disinformazione coesistono e spesso sono assolutamente indistinguibili l’una dall’altra agli occhi delle persone non esperte. Questo crea confusione e spesso danneggia anche la reputazione di chi cerca di fare informazione affidabile. Partire dai giovani per creare una popolazione resiliente alla disinformazione è uno degli scopi principali del progetto di un osservatorio permanente sulla disinformazione digitale, che usa i metodi rigorosi delle scienze comportamentali e sperimentali per studiare l’efficacia di interventi atti ad aumentare la capacità critica digitale. Vorremmo una popolazione di persone in grado di esercitare le loro capacità critiche in un ambiente informativo notoriamente difficile come quello del web e per fare ciò è essenziale la collaborazione tra tutti gli stakeholders”.
“La fiducia nella scienza è cruciale per il nostro futuro, ma serve prestare la massima attenzione, preservandola. La disinformazione scientifica sfrutta il ‘marchio’ della scienza per dare credibilità a informazioni non supportate da prove, spesso per scopi di lucro o ideologici, minando la fiducia delle persone, a volte anche in maniera irreparabile. La recente esperienza del Covid ci ha chiaramente insegnato che serve il contributo da parte di tutti per contrastare il fenomeno dilagante delle fake-news” commenta Corrado Tomassini, vicepresidente Havas Pr.
È bene che l’impegno nel riconoscere le fake news sia costante e, soprattutto, che ne venga spiegata – bene – l’importanza alle persone, come fatto oggi da Havas Pr. Onde evitare brutte sorprese ad “abboccare” alle notizie false. Poiché i pericoli che si nascondono dietro l’angolo – e all’interno di smartphone, pc, tablet – possono essere tanti: dalle truffe online al vero e proprio odio creato ad hoc da notizie false, specie per certe tematiche.
di Filippo Messina
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