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Coca contro Pepsi

Coca contro Pepsi, la guerra delle cola

Una guerra colorata e creativa, portata avanti con spot, testimonial famosi, jingle pubblicitari, videoclip stellari e soprattutto milioni di dollari investiti
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Coca contro Pepsi, la guerra delle cola

Una guerra colorata e creativa, portata avanti con spot, testimonial famosi, jingle pubblicitari, videoclip stellari e soprattutto milioni di dollari investiti
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Coca contro Pepsi, la guerra delle cola

Una guerra colorata e creativa, portata avanti con spot, testimonial famosi, jingle pubblicitari, videoclip stellari e soprattutto milioni di dollari investiti
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Una guerra colorata e creativa, portata avanti con spot, testimonial famosi, jingle pubblicitari, videoclip stellari e soprattutto milioni di dollari investiti
Eccoci nel futuro: dentro un museo, una vivace comitiva di ragazzini segue il proprio insegnante di archeologia. Una ragazza indica una piccola sfera rotonda e chiede al prof di cosa si tratti: l’insegnante prontamente spiega che un tempo c’era uno sport (il tennis) e che quella sfera (allora chiamata ‘palla’) schizzava da una parte e dall’altra su un campo in terra rossa. Un giovane mostra poi un vecchio cimelio corroso dal tempo con vistose patacche di ruggine. Il professore, a cui non sfugge nulla, riconosce in quell’arnese messo male una chitarra elettrica modello Stratocaster. Una terza allieva mette infine sulle mani del docente un reperto molto vecchio e dalla forma strana: ha l’inconfondibile silhouette della bottiglietta della Coca-Cola. L’insegnante rimane perplesso, scuote la testa e afferma: «I have no idea» mentre attorno a lui i giovani allievi, le nuove generazioni, stanno sorseggiando una lattina di Pepsi.
È uno spot, uno dei tanti episodi ‘bellici’ dell’eterno conflitto fra Coca-Cola e Pepsi, forse lo scontro commerciale più impetuoso (e costoso) del Novecento. Per fortuna una guerra diversa, colorata e creativa, portata avanti con armi e munizioni tutto sommato pacifiche: spot, testimonial super famosi, manifesti colorati, jingle pubblicitari, videoclip stellari e soprattutto milioni di dollari investiti. Quello delle cola è uno scontro ormai centenario. Neanche dieci anni di differenza d’età (1886 la data di nascita della Coca-Cola, 1893 quella della Pepsi) e la possibilità, grazie al meccanismo della pubblicità comparativa, di scagliarsi fango addosso in nome di una supremazia ‘bibitara’ da rivendicare sempre. La Coca-Cola è la portabandiera della tradizione: bevanda della memoria familiare, dell’inconfondibile bottiglietta, quella che usa poco zucchero, che sa di melassa, presente in ogni momento importante della vita di ognuno. La Pepsi, la “scelta delle nuove generazioni”, logo ultramoderno, gusto più fruttato (quantità abbondante di acido citrico) e una dolcezza che cattura subito. Soprattutto negli anni Ottanta – decennio top per copywriter, registi di spot e strateghi della comunicazione pubblicitaria – lo scontro ha assunto dimensioni epiche senza esclusione di colpi. La strategia? Reclutare la maggior parte di star del cinema, dello sport, della cultura per catturare segmenti diversi di popolazione, comunicare la propria reason why irridendo il concorrente, affermare la supremazia del proprio marchio. I russi condannarono entrambe perché «espressione massima del capitalismo» salvo poi introdurre semi-clandestinamente la Coca-Cola (fu il generale di Stalin Georgji Zukhov a volerla a tutti i costi negli anni Cinquanta) nel formato trasparente – senza il caramello, più simile alla vodka – o addirittura ammettendo ufficialmente la Pepsi nel mercato sovietico a partire dal 1974.
Ma alla fine chi ha vinto la guerra? Tutte e due: come prodotto singolo l’ha spuntata la Coca-Cola, bevanda ormai nel Dna della popolazione mondiale. Come azienda ha vinto invece la Pepsi che, grazie anche alla fusione con la Frito-Lay, ha esteso la sua sovranità anche in altri territori di consumo. A noi rimane la narrazione degli spot – tutti divertenti, esuberanti, creativamente scorretti – che una guerra col sorriso (per quanto un po’ malevolo) ha prodotto in più di un secolo con esplosioni fatte, per una volta, soltanto di bollicine.
Di McGraffio

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