Il buio del Parco Verde
Nel Parco Verde domina il buio del degrado ambientale, tra rifiuti e incuria. Area da bonificare, impegno a vuoto dei precedenti governi, di ogni colore
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Nel Parco Verde domina il buio del degrado ambientale, tra rifiuti e incuria. Area da bonificare, impegno a vuoto dei precedenti governi, di ogni colore
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Nel Parco Verde domina il buio del degrado ambientale, tra rifiuti e incuria. Area da bonificare, impegno a vuoto dei precedenti governi, di ogni colore
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Nel Parco Verde domina il buio del degrado ambientale, tra rifiuti e incuria. Area da bonificare, impegno a vuoto dei precedenti governi, di ogni colore
Si è al buio. Anche se compare un sole inatteso sul Parco Verde, dove le vie prendono il nome dei fiori per un progetto nato nel 1980, compreso il centro sportivo Delphinia, dove si sono consumate le violenze sessuali ai danni delle cuginette.
Domina il buio del degrado ambientale, tra rifiuti e incuria. Area da bonificare, impegno a vuoto dei precedenti governi, di ogni colore. Gli abitanti si dileguano. Finestre chiuse alla vista di giornalisti e forze dell’ordine. Ma nulla sfugge a nessuno. Si racconta che le forze criminali si siano spostate nelle vicinanze, in attesa che il polverone sparisca e si riparta con gli affari. Ognuno conosce la sua parte nella tragedia.
Giorgia Meloni arriva puntuale, accompagnata da una triade di ministri dell’esecutivo. Si reca nella chiesa al centro del Parco Verde, a colloquio con don Maurizio Patriciello, il parroco anticamorra che ha invitato la presidente del Consiglio dopo le violenze ai danni delle due bambine.
Promette che entro la primavera del 2024 sarà pronta la palestra dove sono state stuprate le cuginette. Racconterà di aver riportato lo stato all’interno di un’area così degradata, impegnandosi a portare nel quartiere le scuole aperte di pomeriggio, con 20 docenti in più. Che la riqualificazione del Parco Verde diventerà un elemento centrale nell’agenda politica del suo governo.
All’esterno dell’immenso perimetro – disegnato per tenere distanti gli eventuali contestatori, soprattutto dopo le minacce di morte online recapitate alla premier – ci sono contestatori (un gruppetto), sostenitori (anche la claque organizzata da Fdi, il contenuto del messaggio di mobilitazione griffato da un dirigente del partito via Whatsapp è virale) e qualche nostalgico, neppure troppo accalorato, del reddito di cittadinanza.
Mentre Meloni visita l’istituto Morano (frequentato dalle ragazzine violentate), all’ingresso non c’è il pass d’ingresso per Pina Pascarella, insegnante che vive a Caivano da 30 anni, a un passo dal Parco Verde. È stata l’insegnante di una delle due vittime di stupro. E di anche di Fortuna Loffredo, altra vittima del Parco Verde, che nel 2014 morì a sei anni precipitando dal suo balcone di casa dopo essere stata violentata (l’autore del reato è all’ergastolo).
“Si tratta solo di una passerella, anche la presenza del premier Meloni rientra in questa casistica, insegno da 20 anni nelle scuole del Parco Verde e la presenza delle istituzioni, di tutte le istituzioni compresa la Chiesa, non si è mai del tutto avvertita. Perché non hanno voluto incontrare la madre della ragazza che voleva guardare negli occhi la premier”, si chiede la docente, che racconta della carenza strutturale di assistenti sociali, insegnanti, associazioni per sradicare i più giovani dagli ambienti criminali.
L’insegnante evidenzia la necessità di servizi, di doposcuola gratuiti. La dispersione scolastica è al 24% nel Rione, tra disinteressati e i ragazzi che vengono assoldati dal malaffare. “Due anni fa sono andata a recuperare una ragazzina abbandonata su una brandina, a casa sua: la madre era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Molte colleghe mi invitano a fermarmi, temendo per la mia incolumità, ma voglio troppo bene al mio Parco Verde”. Racconta orgogliosa che diversi studenti diplomati negli istituti del Rione si sono iscritti all’università. Futuri medici, ingegneri, docenti. La luce, dopo il buio.
di Nicola Sellitti
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