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Prove invalsi 2023: insufficiente uno studente su due in italiano e matematica

Solo uno studente su due arriva agli esami di maturità con una preparazione sufficiente in italiano e matematica. La situazione rilevata dai risultati delle prove invalsi 2023
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Prove invalsi 2023: insufficiente uno studente su due in italiano e matematica

Solo uno studente su due arriva agli esami di maturità con una preparazione sufficiente in italiano e matematica. La situazione rilevata dai risultati delle prove invalsi 2023
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Prove invalsi 2023: insufficiente uno studente su due in italiano e matematica

Solo uno studente su due arriva agli esami di maturità con una preparazione sufficiente in italiano e matematica. La situazione rilevata dai risultati delle prove invalsi 2023
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Solo uno studente su due arriva agli esami di maturità con una preparazione sufficiente in italiano e matematica. La situazione rilevata dai risultati delle prove invalsi 2023
Solo uno studente su due arriva agli esami di maturità con una preparazione sufficiente in italiano e matematica. Questa la situazione – critica – rilevata dai risultati delle prove invalsi 2023 (nel Rapporto Invalsi 2023), i quali mostrano un quadro che non fa certamente ben sperare. Gli effetti del long Covid, le scuole chiuse, la DAD ecc… si fanno ancora sentire eccome. Questi dati fanno riferimento alla media nazionale ma se si vanno a guardare con attenzione i dati regionali, si nota come la situazione nelle regioni del Sud sia ancora più drammatica mentre nel Nord due studenti su tre raggiungono la sufficienza. Migliorano, nella media nazionale, i risultati per la lingua inglese. In alcune regioni del Mezzogiorno, alle scuole medie, due studenti su tre non sono capaci di leggere e comprendere un testo in inglese. Ma a peggiorare non sono solo i risultati dei ragazzi più grandi. Un dato che mette in allarme è quello relativo alle scuole elementari: anche in seconda e in quinta elementare, infatti, la preparazione degli studenti risulta peggiore rispetto agli anni passati. Un effetto, invece, positivo della riapertura delle scuole riguarda la cosiddetta dispersione implicita, ossia gli studenti che arrivano a fine anno con le insufficienze in italiano, in matematica e in inglese; il numero di questi è diminuito ma non si è ancora ai livelli pre-pandemici. Un altro aspetto che fa sperare riguarda il numero degli under 25 senza un diploma, diminuito negli ultimi anni. Si è infatti passati dal 14,5% del 2018 all’11,5% del 2022. Ancora comunque al di sopra della media europea (9,6%). “Non possiamo più accettare un’Italia divisa in due”, le parole del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che prosegue: “Abbiamo il dovere morale di ricomporre in unità il sistema scolastico del nostro Paese per dare a tutti le stesse possibilità di successo formativo e quindi lavorativo”.

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