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Spiagge, dopo i prezzi impazziti la beffa

Ritorniamo a parlare di caro-estate dopo l’intervento a tratti comico del gestore di uno dei più noti stabilimenti balneari del Salento
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Spiagge, dopo i prezzi impazziti la beffa

Ritorniamo a parlare di caro-estate dopo l’intervento a tratti comico del gestore di uno dei più noti stabilimenti balneari del Salento
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Spiagge, dopo i prezzi impazziti la beffa

Ritorniamo a parlare di caro-estate dopo l’intervento a tratti comico del gestore di uno dei più noti stabilimenti balneari del Salento
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Ritorniamo a parlare di caro-estate dopo l’intervento a tratti comico del gestore di uno dei più noti stabilimenti balneari del Salento
Torno a scrivere del caro-estate nel giro di 72 ore, perché ho trovato irresistibile (nel senso di irresistibilmente comico, anche se involontario) l’intervento del gestore di uno dei più noti stabilimenti balneari del Salento, proprio sulla questione prezzi di questa folle estate 2023. Il suddetto, in buona sostanza, sostiene: A) che il Salento non è la Riviera romagnola e quindi non può accogliere le tipiche folle di Rimini o Riccione. Emulo di monsieur de La Palisse, il volenteroso gestore deve aver dimenticato gli anni in cui nella Puglia meridionale si affittava, subaffittava o peggio, ammassando persone senza alcun ritegno. B) che il ceto medio ormai non esisterebbe più o comunque sarebbe in via di estinzione e quindi lui e i colleghi – dovendo contare su un numero relativamente limitato di turisti per quanto riportato nella prima parte del ragionamento – scelgono i ricchi e i super ricchi. Lo fanno per il bene della propria terra, si intende… Mica per banale tornaconto personale. Nonono. Sono quasi dei missionari del turismo, degli asceti del mare per pochi, roba da far impallidire Flavio Briatore. Sostiene di non essere “cinico“, il nostro. In effetti, sembra più che altro un personaggio di un film di Checco Zalone. Uno di quegli arciitaliani che – pur di continuare ad arrampicarsi sugli specchi – sono in grado di inventarsi qualsiasi storia, finendo per crederci loro per primi. Un altro aspetto colpisce delle spericolate dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera (peraltro a parlare è il presidente del Sindacato italiano dei gestori della provincia di Lecce, auguri): lui si lancia in disquisizioni sociali e noi più modestamente pensiamo all’annosa e ormai ridicola vicenda dei balneari. Quante volte in uno stabilimento da voi frequentato – mentre si conciona della scomparsa del ceto medio – non è stata cambiata neppure una sdraio sfasciata, riproponendo i lidi anno dopo anno esattamente nella stessa condizione?! Quante volte avete trovato ‘rinnovati’ solo i prezzi, mentre si continuano a versare somme ridicole allo Stato per le concessioni dei tratti di litorale? Una consuetudine che anno dopo anno e governo dopo governo scegliamo di non interrompere, per paura di questa o quella corporazione e non avremmo neppure affrontato se non fosse stato per l’Ue. Così, finiamo con il meritarci la filosofia d’accatto sul ceto medio. Oltre il danno dei prezzi impazziti, la beffa dei fenomeni in riva al mare. di Fulvio Giuliani

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