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W i bambini di Roca!

La contestazione dei bambini di Roca, paesino in provincia di Lecce, contro il sindaco anti-pallone, ci ricordano innanzitutto che le mode evolvono e i tempi cambiano ma una cosa è certa: il pallone è la nostra macchina della memoria e del tempo.
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W i bambini di Roca!

La contestazione dei bambini di Roca, paesino in provincia di Lecce, contro il sindaco anti-pallone, ci ricordano innanzitutto che le mode evolvono e i tempi cambiano ma una cosa è certa: il pallone è la nostra macchina della memoria e del tempo.
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W i bambini di Roca!

La contestazione dei bambini di Roca, paesino in provincia di Lecce, contro il sindaco anti-pallone, ci ricordano innanzitutto che le mode evolvono e i tempi cambiano ma una cosa è certa: il pallone è la nostra macchina della memoria e del tempo.
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La contestazione dei bambini di Roca, paesino in provincia di Lecce, contro il sindaco anti-pallone, ci ricordano innanzitutto che le mode evolvono e i tempi cambiano ma una cosa è certa: il pallone è la nostra macchina della memoria e del tempo.
Il caso di Roca, una delle marine salentine di Melendugno – provincia di Lecce – in cui i bambini hanno inscenato una clamorosa e fantastica contestazione al sindaco per poter giocare al pallone, ci ricorda un paio di aspetti su cui varrebbe la pena soffermarsi.
Il primo è l’inutilità della nostra mania per le generalizzazioni: da una vita andiamo ripetendo come i nostri figli e nipoti siano ormai interessati solo al cellulare, vogliano passare il loro tempo libero (e non) attaccati allo smartphone, etc. Sarà in parte vero, ma poi un gruppo di intraprendenti scavezzacollo in calzoni corti tira fuori un bello striscione di protesta contro il divieto di giocare a calcio nella piazza. Di più, i ragazzini – che son svegli – cavalcano proprio il luogo comune che i genitori usano come una clava contro di loro. Una bella lezione per tutti noi, a patto di volerla vedere e capire. Secondo aspetto: la forza primigenia del pallone. Questo attrezzo sferico che in Italia sembra accompagnarci dalla culla, è indifferente al passare del tempo e delle mode. Eppure continuamente indicato in declino, così come lo sport nazionale che ne è massima espressione, il calcio. Secondo fior di analisti, psicologi e sociologi interesserebbero ormai solo gli over trentenni, troppo “classici“, noiosi e ripetitivi per affascinare bambini e ragazzini distratti dai tempi sincopati degli smartphone e dei videogiochi. La realtà dice altro, sempre a volerla vedere, perché al suo primo rimbalzo in una piazza il vecchio pallone continua a fare sfracelli e ad accendere fantasie.
Anche nella versione elettronica è da una vita il videogioco N.1 d’Italia, in cui anno dopo anno la corsa è quella a replicare in modo sempre più fedele la realtà. Campionato e campioni veri, per ragazzini che godono tantissimo a surclassare alla console genitori dai riflessi un po’ appannati.Tutto cambia ed evolve, come sempre, ma il pallone è la nostra macchina della memoria e del tempo. Lasciamolo solo rotolare.
di Fulvio Giuliani

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