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L’urlo di Sandokan contro la noia dei salotti estivi

La tv generalista odierna non aiuta a vivacizzare le giornate. Ai direttori di rete: fate uno sforzo e recuperate perle del passato se non proprio non riuscite a fare nulla di nuovo.

L’urlo di Sandokan contro la noia dei salotti estivi

La tv generalista odierna non aiuta a vivacizzare le giornate. Ai direttori di rete: fate uno sforzo e recuperate perle del passato se non proprio non riuscite a fare nulla di nuovo.

L’urlo di Sandokan contro la noia dei salotti estivi

La tv generalista odierna non aiuta a vivacizzare le giornate. Ai direttori di rete: fate uno sforzo e recuperate perle del passato se non proprio non riuscite a fare nulla di nuovo.
La tv generalista odierna non aiuta a vivacizzare le giornate. Ai direttori di rete: fate uno sforzo e recuperate perle del passato se non proprio non riuscite a fare nulla di nuovo.
Sandokan o David Parenzo? Il commissario Maigret o Giuseppe Brindisi e il suo programma su Rete 4? Nell’afa estiva, tra zanzare e noia, la televisione generalista odierna di certo non aiuta a vivacizzare le giornate, ormai incastonata da anni nella ripetizione di identici talk show sempre più simili l’un con l’altro. Anche per questo la nostalgia prende il sopravvento e porta a pescare dalle teche dei ricordi programmi tv che di certo non annoiavano. Da qui il nostro suggerimento ai direttori di rete: fate uno sforzo. Meno talk show e più rewind. Sandokan ad esempio, con la barba e gli occhi scuri di Kabir Bedi sarebbe da rimettere subito in palinsesto, con tutte quelle facce di straordinari attori, da Philippe Leroy (Yanez) ad Adolfo Celi nei panni del cattivone James Brooke. E poi lei, la bellissima Carol André nelle vesti di Marianna, la perla di Labuan. Ma vuoi mettere Sandokan e Marianna con Parenzo e Concita De Gregorio? Suvvia. Andando ancora più indietro nel tempo, nelle teche della memoria televisiva ci sarebbe poi da riprogrammare la serie delle inchieste del commissario Maigret, sceneggiato Rai con Gino Cervi nei panni del protagonista e Mario Landi alla regia. Storie prese dai romanzi di Georges Simenon. Livello recitativo altissimo e qualità della fotografia, in bianco e nero, da incorniciare. Tra l’altro, con una coincidenza curiosa. All’epoca del Maigret con Gino Cervi, delegato alla produzione Rai dello sceneggiato era Andrea Camilleri, che poi diventerà a sua volta il re del giallo con la saga del suo commissario Montalbano, un successo non solo di scrittura ma anche televisivo. Lasciando Camilleri, bisogna però sottolineare come i palinsesti televisivi d’estate – se proprio devono riprogrammare programmi o film già visti – preferiscano andare sul genere ironico-erotico, quella serie infinita di commedie un po’ sexy che han cambiato il costume degli italiani, con attrici come Edwige Fenech, Gloria Guida, Barbara Bouchet e attori come Renzo Montagnani, Lino Banfi, Gianfranco D’Angelo. Una scelta facile. Ma che perlomeno spezza le solite liturgie dei talk a ogni ora, mattina, pomeriggio e sera. Augurandoci che l’industria televisiva italiana si dia una mossa e torni a innovare le sue idee e i propri palinsesti (in maniera anche coraggiosa), consoliamoci con una frase dell’attore Robert Mitchum: «Mi piace la televisione perché la si spegne facilmente».   di Aldo Smilzo

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