Sanremo e le quote rosa: “offensive” al bisogno
Amadeus ha dichiarato che stabilire delle quote rosa al Festival di Sanremo sarebbe offensivo nei confronti delle cantanti. Giustissimo, ma il walzer di conduttrici a cui tocca assistere in quei cinque giorni appare ormai superato. Una formula scelta anche da “Le Iene”, mai declinata a parti invertite.
Sanremo e le quote rosa: “offensive” al bisogno
Amadeus ha dichiarato che stabilire delle quote rosa al Festival di Sanremo sarebbe offensivo nei confronti delle cantanti. Giustissimo, ma il walzer di conduttrici a cui tocca assistere in quei cinque giorni appare ormai superato. Una formula scelta anche da “Le Iene”, mai declinata a parti invertite.
Sanremo e le quote rosa: “offensive” al bisogno
Amadeus ha dichiarato che stabilire delle quote rosa al Festival di Sanremo sarebbe offensivo nei confronti delle cantanti. Giustissimo, ma il walzer di conduttrici a cui tocca assistere in quei cinque giorni appare ormai superato. Una formula scelta anche da “Le Iene”, mai declinata a parti invertite.
Amadeus ha dichiarato che stabilire delle quote rosa al Festival di Sanremo sarebbe offensivo nei confronti delle cantanti. Giustissimo, ma il walzer di conduttrici a cui tocca assistere in quei cinque giorni appare ormai superato. Una formula scelta anche da “Le Iene”, mai declinata a parti invertite.
L’idea di imporre delle “quote rosa” per il prossimo Festival di Sanremo non piace ad Amadeus. La proposta, pur essendo arrivata dalla Federazione industria musicale italiana (FIMI), è rimasta inascoltata dal conduttore, ora molto cauto sull’argomento dopo le polemiche seguite alla battuta infelice della scorsa edizione rivolta a Francesca Sofia Novello e la sua capacità di stare un passo indietro rispetto al fidanzato Valentino Rossi: “Con grande rispetto non sono d’accordo: non ho mai scelto una canzone in base al sesso dell’artista, sarebbe un grave errore, scelgo la canzone in base alla bellezza – ha affermato – Non vedo perché devo dare una quota alle donne, sarebbe quasi offensivo nei loro confronti. La musica è arte e nell’arte non puoi creare zone prestabilite”.
Imporre una quota secondo Amadeus sarebbe quindi un insulto alle cantanti e in effetti anche la trasmissione XFactor sembra pensarla come il conduttore Rai.
Il pubblico da casa però non pare sulla stessa lunghezza d’onda. È bastata infatti l’ammissione di sole due concorrenti donna su venti per dar vita a un’accesa polemica sui social. A infiammare gli animi degli utenti è stata la poca coerenza tra la novità apportata nel programma, ovvero l’abolizione della suddivisione per sesso ed età per abbracciare una maggiore inclusività, e le scelte da parte dei giudici.Ma siamo sicuri che il problema reale ruoti attorno a tale questione?
Piuttosto servirebbe riflettere su altri due punti molto più importanti di queste polemiche fini a sé stesse. Il primo è legato a una certa difficoltà che persiste ancora oggi nell’affermazione di musiciste e cantautrici donne. In un panorama musicale dominato da artisti di sesso maschile, sembra quasi che alle donne sia richiesto uno sforzo maggiore per dimostrare quel qualcosa in più. E questo non è sinonimo di un loro minor talento.La seconda questione riguarda proprio il tempo e il ruolo riservato alle donne: marginale, sempre di supporto agli uomini “anchorman” della serata, nonostante il potenziale enorme da poter esprimere.
Ne è un esempio l’ultima formula utilizzata dal programma “Le Iene” dove, in ogni puntata, una conduttrice diversa si cimenta in un monologo su una tematica importante. Una bellissima iniziativa, se non fosse per il fatto che si tratta di uno spazio di minuti irrisori, per poi affiancare il conduttore fisso, Nicola Savino, per il resto della puntata. Anche Sanremo ha da sempre adottato questa scelta, relegando le donne a “vallette” della serata. E allora non si potrebbe essere più d’accordo con la risposta di Amadeus alla domanda se è pronto a rifare un altro Sanremo: “In passato ho risposto di no e poi l’ho rifatto. Le “tarantelle” non vanno bene, mi godo quello che sto facendo. Dopo di me vedrei solo donne al comando”. Che sia in ambito musicale, televisivo o qualunque altro, dovrebbe essere il merito e il talento a farla da padrone e non il sesso biologico di una persona. Di Alessia LuceriLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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Tag: musica, televisione
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