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La normalità venduta come eccezionalità

Matteo Renzi ha incontrato il leader del Pd Enrico Letta, ma non sono gli unici ad essersi incontrati in questi giorni di conteggi e di pensieri sul Quirinale.
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La normalità venduta come eccezionalità

Matteo Renzi ha incontrato il leader del Pd Enrico Letta, ma non sono gli unici ad essersi incontrati in questi giorni di conteggi e di pensieri sul Quirinale.
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La normalità venduta come eccezionalità

Matteo Renzi ha incontrato il leader del Pd Enrico Letta, ma non sono gli unici ad essersi incontrati in questi giorni di conteggi e di pensieri sul Quirinale.
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Matteo Renzi ha incontrato il leader del Pd Enrico Letta, ma non sono gli unici ad essersi incontrati in questi giorni di conteggi e di pensieri sul Quirinale.
C’eravamo tanto odiati, da alleati. La girandola di attivismi della politica italiana – per far quadrare una convergenza politica su un candidato per il Colle in grado di succedere a Sergio Mattarella – sta creando situazioni che strappano dalla penna una vecchia frase dello scrittore Ennio Flaiano: «La situazione politica in Italia è grave ma non seria». Prendiamo il disamore, ad esempio. Matteo Renzi ha incontrato il leader del Pd Enrico Letta. I due non si attraggono politicamente eppure governano assieme, da tempo. Da quando venne disarcionato il governo Lega-5 Stelle, per la precisione. Non sono gli unici a essersi incontrati in questi giorni di conteggi e di pensieri sul Quirinale. Altro faccia a faccia che ha fatto molto discutere è stato infatti quello del leader della Lega Matteo Salvini con Giuseppe Conte, guida del Movimento 5 Stelle. Eppure anche questi due politici governano assieme nella maggioranza che sostiene Mario Draghi e hanno governato assieme dopo le elezioni del 2018 e per un pezzo di 2019, al tempo dell’esperienza giallo-verde. Ecco allora che le rivalità di leadership, dato che trattasi di quattro alleati, assumono un certo senso di ridicolo. Oltre ai vertici a due, i quattro – Conte, Letta, Renzi e Salvini – dovrebbero vedersi tutti assieme chiamando magari pure Berlusconi. Non saranno mai come i quattro dell’Ave Maria ma possiamo almeno augurarci che evitino, parlandosi, di restare alle cronache come i quattro dell’Apocalisse. Quella dell’Italia. Da evitare.   di Jean Valjean

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