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Il regime copia ma è boicottato dai musicisti

I cloni del Festival di Sanremo arrivano fino a Cuba con il Sanremo Music Awards in scena al teatro dell’Avana. Ma ciò che fa scalpore è il boicottaggio deli stessi musicisti.
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Il regime copia ma è boicottato dai musicisti

I cloni del Festival di Sanremo arrivano fino a Cuba con il Sanremo Music Awards in scena al teatro dell’Avana. Ma ciò che fa scalpore è il boicottaggio deli stessi musicisti.
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Il regime copia ma è boicottato dai musicisti

I cloni del Festival di Sanremo arrivano fino a Cuba con il Sanremo Music Awards in scena al teatro dell’Avana. Ma ciò che fa scalpore è il boicottaggio deli stessi musicisti.
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I cloni del Festival di Sanremo arrivano fino a Cuba con il Sanremo Music Awards in scena al teatro dell’Avana. Ma ciò che fa scalpore è il boicottaggio deli stessi musicisti.
Il prossimo Festival di Sanremo si terrà dal 5 al 10 aprile, ospite di Karl Marx. Solo che non avrà luogo nella cittadina ligure e lo stanno pure boicottando pesantemente. È il Sanremo Musica Awards, in agenda al Teatro Karl Marx dell’Avana, promosso con pacchetti turistici speciali dal governo cubano e la cui responsabile è Lis Cuesta, moglie del presidente Miguel Díaz-Canel. In realtà il mondo ispanico è pieno di cloni di Sanremo, dallo spagnolo Festival di Benidorm al cileno Festival di Viña del Mar: un ‘omaggio’ che il Festival ha accettato col gemellarsi formalmente a Viña del Mar. Ma in questo caso si tratta di un Italian Sounding stile Parmesan, del tipo per cui nel 2015 il Comune di Sanremo si rivolse alla Società Italiana Brevetti di Milano per tutelare il marchio “Festival di Sanremo”. Protezione richiesta allora soltanto per Cile, Colombia, Uruguay e Paraguay. A tentare adesso l’operazione di scopiazzamento è invece lo stesso governo cubano, anche per rifarsi l’immagine in un momento in cui almeno 790 persone sono sotto processo per le proteste dello scorso luglio. Moglie del presidente a parte, i soldi li mettono il Ministero della Cultura e la casa discografica di Stato Egrem, con l’auspicio dei Ministeri del Turismo e del Commercio estero. Ideatori sono il musicista cubano Jorge Luis Robaina e l’imprenditore italiano Nicola Convertino: entrambi ignoti a Wikipedia, salvo Convertino come utente ammonito a non inserirvi testi protetti da copyright. Materiale online a lui riconducibile lo definisce come «artista plastico, geologo, manager, promotore culturale, produttore televisivo, organizzatore di eventi, studioso di arti occulte». Emulazione di Harry Potter a parte, esisterebbero una Nicola Convertino Moda D’Autore distribuita nei negozi di Cuba da Egrem, e una Nicola Convertino Management Ltd con sede in Inghilterra e in via di chiusura per pagamenti arretrati. Ma il portale ufficiale “Cubadebate” spara che l’evento sarebbe nientemeno che la prima volta in America Latina della «prestigiosa competizione italiana che ha lanciato artisti del calibro di Laura Pausini ed Eros Ramazzotti». Forse non se ne sarebbe accorto nessuno, non fosse stato per la quantità di artisti che hanno annunciato il loro boicottaggio per protesta contro la repressione. Tra di loro il popolare duo spagnolo  Andy y Lucas, il cantautore messicano Kalimba, il finalista della versione spagnola di “The Voice” Carlos Torres e anche la romana Denise Ferro. Quest’ultima, vincitrice del Festival di Viña del Mar del 2012, ha detto di essere stata ingannata sul contesto e che non ha intenzione di sostenere una dittatura. Non ci sono commenti ufficiali, ma in modo ufficioso il boicottaggio del Festival viene collegato all’embargoUsa. «Un genocidio» è la definizione che ne dà un regista vicino al regime come Eduardo Del Llano. Il fatto è che si sono ritirati anche due artisti che risiedono nell’isola, come Arlenis Rodríguez e Raúl Paz. Loro dicono che non c’è di mezzo nessun embargo: semplicemente, non vogliono aver nulla a che fare con Lis Cuesta.   di Maurizio Stefanini

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