Il Papa, l’aborto, i medici ‘sicari’ e le parole inaccettabili
Il commento sulle parole pronunciate ieri da Papa Francesco sull’aborto e sull’uso del termine “sicari” per i medici che praticano interruzione volontaria di gravidanza
Il Papa, l’aborto, i medici ‘sicari’ e le parole inaccettabili
Il commento sulle parole pronunciate ieri da Papa Francesco sull’aborto e sull’uso del termine “sicari” per i medici che praticano interruzione volontaria di gravidanza
Il Papa, l’aborto, i medici ‘sicari’ e le parole inaccettabili
Il commento sulle parole pronunciate ieri da Papa Francesco sull’aborto e sull’uso del termine “sicari” per i medici che praticano interruzione volontaria di gravidanza
Il commento sulle parole pronunciate ieri da Papa Francesco sull’aborto e sull’uso del termine “sicari” per i medici che praticano interruzione volontaria di gravidanza
E ora che il Papa Francesco “ha fatto il Papa” su temi ultra divisivi come l’aborto e il femminismo come la metteranno coloro che hanno sempre incensato il Pontefice ‘progressista’, contrapponendolo alla Chiesa in generale o almeno alle sue ali più tradizionaliste e ai partiti politici al loro più vicini? Bel problema per chi cerca sponde a fini puramente tattici.
Ci rendiamo perfettamente conto che un’espressione come “il Papa che fa il Papa“ è una forzatura giornalistica, ma di sicuro sentir parlare di aborto con gli accenti usati ieri da Francesco sul volo di ritorno dal Belgio avrà fatto sobbalzare molti.
Per quanto ci riguarda, a colpire non è tanto la pur durissima definizione di “omicidio“ accostato all’aborto – per quanto dolorosa, non certo nuova negli ambienti ecclesiastici – ma aver bollato come “sicari“ i medici che pratichino l’interruzione volontaria di gravidanza.
Inaccettabile, pensando tanto ai medici quanto alle donne che per le motivazioni più diverse ricorrono all’aborto. Al giorno d’oggi, solo degli ultras possono pensare ancora a una scelta, se non a cuor leggero, comunque non lacerante sempre e comunque per chi vi ricorra.
È tutto l’impianto dell’intervento di Papa Francesco a lasciare sbigottiti, con buona pace di chi si affanna a piegare gli interventi del Vaticano (e le sue tensioni interne) ad uso delle piccole beghe dei partiti italiani. Ieri, per chiunque abbia un approccio genuinamente laico alla politica prima ancora che alla vita, le parole di Francesco hanno aperto una voragine insostenibile.
Chi scrive, proprio per quanto accennato in precedenza sul terribile travaglio morale provato da tante donne che hanno fatto ricorso all’aborto, ha avuto l’enorme fortuna nella vita di non trovarsi mai a dover affrontare una scelta del genere con le proprie compagne, ma ritiene inumana l’ipotesi di non regolamentare l’interruzione volontaria di gravidanza in un Paese che voglia dirsi minimamente civile. Consentendola nei termini di legge, riconoscendo il diritto all’obiezione di coscienza ma anche quello dei cittadini all’applicazione della norma. Di sicuro non permettendo a nessuno – ripetiamo, nessuno – di definire “sicari“, dunque dei volgari assassini, i medici chiamati ad applicare una legge dello Stato.
Tutto il resto sul femminismo e i re che hanno abdicato per non firmare le leggi sull’aborto lascia il tempo che trova, ma su questo passaggio chiunque ritenga di avere una formazione minimamente liberale, democratica e conscia dell’evoluzione storica della società non può restare in silenzio per malintese e ipocrite forme di rispetto.
di Fulvio Giuliani
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