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I film

A Hollywood tramonta l’era dei blockbuster

I film con enormi budget da almeno 200 milioni di euro oggi stentano, vengono bocciati e ridicolizzati, come il nuovo “Joker”. Siamo al tramonto di un’era?

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A Hollywood tramonta l’era dei blockbuster

I film con enormi budget da almeno 200 milioni di euro oggi stentano, vengono bocciati e ridicolizzati, come il nuovo “Joker”. Siamo al tramonto di un’era?

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A Hollywood tramonta l’era dei blockbuster

I film con enormi budget da almeno 200 milioni di euro oggi stentano, vengono bocciati e ridicolizzati, come il nuovo “Joker”. Siamo al tramonto di un’era?

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I film con enormi budget da almeno 200 milioni di euro oggi stentano, vengono bocciati e ridicolizzati, come il nuovo “Joker”. Siamo al tramonto di un’era?

C’erano una volta i blockbuster: produzioni cinematografiche con budget illimitati, cast stellari, campagne marketing capillari e incassi in grado di tenere in piedi un sistema industriale. Ma per Hollywood quell’epoca è forse finita, a giudicare dalle ultime due stagioni cinematografiche. Pesi massimi come “Madame Web”, “The Fall Guy” – e i sonori tonfi di “Joker: Folie à Deux”, “Furiosa: a Mad Max Saga” e (in una chiave diversa) “Megalopolis” – lasciano più di un dubbio sulla capacità di Hollywood di rinverdire i fasti di un genere che, con i suoi incassi, resta una sorta di ‘arma da fine del mondo’, per tenere in piedi un modello di business sempre più indebolito dai colpi inferti da più parti: dalle piattaforme di streaming alla poca attrattività delle sale cinematografiche, fino ai gusti del pubblico che subiscono evoluzioni ormai sempre più difficili da comprendere.

Film con budget da almeno 200 milioni di euro – che fino a pochi anni fa erano garanzia di successo in sala – oggi stentano, vengono bocciati, addirittura ridicolizzati, come nel caso del nuovo “Joker”. Siamo al tramonto di un’era? «Il classico blockbuster, in cui ciascuno trova il suo elemento di interesse, è un’idea che si sta logorando» spiega Rocco Moccagatta, docente di Storia del cinema dell’Università Iulm di Milano e critico cinematografico per il sito specializzato “FilmTv”. «Pensiamo ai cinecomics o a scelte editoriali discutibili come le versioni action movie de “La Sirenetta” e, prossimamente, di “Biancaneve”, con la rivisitazione in chiave woke, inclusiva ma con delle forzature un po’ troppo meccaniche».

La crisi del modello economico hollywoodiano, di cui alcuni altisonanti flop sono un sintomo, viene però soprattutto dalla necessità di fare i conti con un quadriennio difficile: la pandemia, lo sciopero di sceneggiatori e attori, la contrazione dei livelli occupazionali nell’industria dell’intrattenimento, il cambiamento nelle abitudini del pubblico e produzioni sempre più legate a specifici incentivi fiscali, in particolare in California. Un rapporto realizzato da FilmLA evidenzia che, per il terzo trimestre di quest’anno, si registra un calo del 5% nell’attività di produzione complessiva a Los Angeles. I livelli di produzione continuano a restare sotto la media quinquennale pre-pandemia. L’industria produce di meno, la filiera s’indebolisce ma la qualità non migliora. Anzi: «Molti dei flop del 2023 e di quest’anno erano film poco riusciti. La pandemia ha contribuito a creare una sorta di polarizzazione: oggi al cinema si va per un’opera fortemente autoriale – in Italia per esempio abbiamo il caso Sorrentino – o per un kolossal specifico. In questa dicotomia abbiamo perso quel cinema ‘medio’ fatto di thriller e commedie romantiche che, affidato a bravi artigiani, creava massa e teneva in piedi il sistema» conclude Moccagatta.

di Valentina Monarco

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