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Interstellar

Dieci anni dopo torna al cinema “Interstellar”

A dieci anni dalla sua uscita torna nelle sale “Interstellar” di Christopher Nolan, un viaggio epico e spaziale

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Dieci anni dopo torna al cinema “Interstellar”

A dieci anni dalla sua uscita torna nelle sale “Interstellar” di Christopher Nolan, un viaggio epico e spaziale

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Dieci anni dopo torna al cinema “Interstellar”

A dieci anni dalla sua uscita torna nelle sale “Interstellar” di Christopher Nolan, un viaggio epico e spaziale

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A dieci anni dalla sua uscita torna nelle sale “Interstellar” di Christopher Nolan, un viaggio epico e spaziale

Campi di granturco, pick-up e miriadi di stelle. A dieci anni dalla sua uscita torna nelle sale “Interstellar” di Christopher Nolan. Un viaggio epico e spaziale che al regista britannico valse un Oscar (per i migliori effetti speciali nel 2015) e che intreccia scienza, filosofia ed emozioni esplorando i confini dello spazio, del tempo e dell’animo umano.

Siamo in un futuro distopico, un drastico cambiamento climatico ha devastato l’agricoltura: il granturco è l’unica coltura produttiva. L’umanità è costretta a guardare oltre la Terra per sopravvivere. Cooper (impersonato da Matthew McConaughey) – ex pilota della Nasa diventato agricoltore insieme ai figli e al suocero (interpretato da John Lithgow) – viene reclutato per una missione interstellare. Grazie a un wormhole (un tunnel nello spazio-tempo) scoperto vicino a Saturno, un gruppo di scienziati e astronauti – fra cui la dottoressa Brand (Anne Hathaway) – si spinge alla ricerca di un nuovo pianeta abitabile. Il viaggio però ha un prezzo alto: Cooper deve abbandonare i suoi figli Tom (Timothée Chalamet da ragazzo, Casey Affleck da adulto) e Murph (Mackenzie Foy da bambina, Jessica Chastain da adulta) con cui condivide un legame profondo. Una connessione padre-figlia che diventa il cuore dell’opera, un radar emotivo che guida l’intera storia.

La stratificata sceneggiatura, scritta da Christopher Nolan insieme al fratello Jonathan, costruisce un racconto che è al tempo stesso scientificamente accurato (grazie al contributo del fisico Kip Thorne) e profondamente umano. Al cinema le meravigliose immagini del cosmo – firmate dal direttore della fotografia Hoyte van Hoytema e amplificate dalla pellicola da 70 millimetri – trasformano lo schermo in una porta verso l’infinito. Sequenze visive che svaniscono in una colonna sonora maestosa e profonda, realizzata da Hans Zimmer, che evoca una spiritualità sacrale, elevando la narrazione a epopea. Nella struttura del film le linee temporali si intrecciano in un gioco che confonde e affascina. Una complessità tuttavia non priva di imperfezioni: alcuni dialoghi sono un po’ didascalici e le svolte finali – come l’ingresso di Cooper nel tesseract (ipercubo multidimensionale) tirate al limite. Ma a rendere “Interstellar” tra i migliori film di Nolan è la capacità di parlare allo stesso tempo alla mente e al cuore, fondendo scienza e spirito. Fra richiami ai classici della fantascienza, è influenzato in questo senso da Spielberg (che imparò da Truffaut a mettere in scena l’amore). La fisica dei wormhole e la relatività del tempo non sono mere nozioni scientifiche, ma strumenti narrativi per esplorare ciò che rende umani. Le distanze interstellari sono i legami che uniscono e separano e ogni gesto di Cooper è commovente, grazie alla struggente prova di McConaughey.

A dieci anni dall’uscita, “Interstellar” continua a essere un’opera attuale di fantascienza. A differenza di molti lavori di Nolan, in questo caso il regista britannico non si accontenta di stupire visivamente ma cerca di riconciliare scienza e fede, razionalità e sentimento, con una visione ottimista dell’umanità: fallibile, ma capace di trascendere i propri limiti. “Interstellar” affronta temi universali: crisi climatica, sopravvivenza, lo scorrere del tempo e l’amore come forza che attraversa lo spazio e la luce. Rivederlo oggi, fra sfide ambientali e sociali, è forse un’esperienza ancora più potente. Nonostante gli errori, si può ancora guardare alle stelle. A un futuro che ha per confine soltanto amore e luce.

di Edoardo Iacolucci

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