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Trump

Inauguration day

Comincia la seconda era di Trump che ha scelto anche come immagine ufficiale quella della rabbia, l’espressione truce

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Comincia la seconda era di Trump che ha scelto anche come immagine ufficiale quella della rabbia, l’espressione truce

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Comincia la seconda era di Trump che ha scelto anche come immagine ufficiale quella della rabbia, l’espressione truce

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Comincia la seconda era di Trump che ha scelto anche come immagine ufficiale quella della rabbia, l’espressione truce

Oggi finalmente comincerà il secondo mandato presidenziale di Donald Trump.
Finalmente perché la lunghissima transizione è di per sé un periodo delicato e complesso, reso esplosivo dalla situazione geopolitica e da crisi terribili come quella in Ucraina e in Medioriente.
Insomma, da oggi almeno le chiacchiere se non staranno a zero verranno quantomeno ridotte. Comprese le dichiarazioni di intenti su conquiste più o meno pacifiche di canali, regioni, isole e Paesi amici.

Comincia la seconda era del Presidente che ha scelto anche come immagine ufficiale quella della rabbia, l’espressione truce e torva che è un manifesto di se stesso. L’annuncio plastico di ciò che vuole comunicare al resto del mondo: eccomi, sono io: il più forte, il più arrabbiato, il più pericoloso, quello pronto ad azzannare i nemici e accarezzare gli amici finché fanno quello che dico io o almeno ciò che a me convenga.

È l’era della rabbia, che è poi la rabbia dei tanti che Trump l’hanno atteso, agognato e sospinto in patria e delle moltitudini che in giro per il mondo non vedono l’ora di avere un nuovo superuomo a cui votarsi. Una rabbia fatta di rifiuto di tutto ciò che non sia volontà di forza – se non direttamente di potenza, come richiamato dal presidente Mattarella con il ritorno della “politica di potenza“ – imperio, affermazione di sé, delle proprie idee e che gli altri si arrangino.

Che poi queste idee possano cambiare vorticosamente (si pensi a TikTok che fino a qualche anno fa era il demonio e adesso deve essere salvato ad ogni costo…) è del tutto irrilevante: contano le facce arrabbiate, il darsi di gomito, lo scambiarsi intese virili, maschie e indiscutibili. Conta ridicolizzare chiunque non si acconci a questa visione un po’ infantile della realtà.

La politica non c’entra assolutamente niente: potete pensarla come vi pare, ma provate a dire a chi si dichiara trumpiano di là o di qua dell’oceano che è necessario avere comprensione delle aspirazioni, dei diritti, dei sogni di chi ha immensamente meno, di chi vive in condizioni terrificanti, di chi non ha forza e sguardi truci da sfoggiare: guardate e ascoltate come verrete trattati. Molto probabilmente finirete derisi, trattati come degli stupidi sognatori(se vi andrà bene).

È l’era della rabbia, ma la rabbia è un genio estremamente volubile e pericoloso: una volta liberato dalla lampada deve sfogarsi, deve trovare un suo obiettivo.
Quelli di oggi li conosciamo, domani potrebbe toccare a chi all’Inauguration Day ritiene di essere dalla parte giusta della storia.

di Fulvio Giuliani

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