La politica in musica, e viceversa: non c’è campagna elettorale che non abbia la sua colonna sonora. Basti pensare a Barack Obama, che nel 2008 si era circondato di personaggi del calibro di Bono Vox e Beyoncé, ma succede anche da noi naturalmente. Che cantanti e musicisti possano aiutare a conquistare fette di elettorato pare chiarissimo ai politici, e infatti la sindaca di Roma Virginia Raggi ha sfoderato la band più celebrata del momento, i Maneskin. I quattro ragazzi romani hanno ricevuto la Lupa capitolina, massima onorificenza della Capitale. Ovviamente dalle mani della Raggi, in piena campagna elettorale per la rielezione. Suoneranno al Circo Massimo nel 2022, intanto scalano classifiche e diventano l’asso nella manica per accaparrarsi qualche consenso, cosa oltremodo preziosa in vista appunto del voto autunnale. Nulla di nuovo sotto il sole.
Chi non ricorda come “Inno” di Gianna Nannini fu colonna sonora della campagna elettorale del Pd nel 2013 o di come invece i Rolling Stones siano arrivati alle vie legali per impedire a Donald Trump l’uso delle loro canzoni per la propria propaganda: da tempo i politici di ogni schieramento sembrano aver capito che nulla come la musica può arrivare al pubblico, e naturalmente non si fanno sfuggire l’occasione di utilizzarla. Oppure, come nel caso appunto dei Maneskin, di provare ad accostare la propria immagine alla band di maggior successo. Certo sarebbe meglio parlare di programmi e problemi delle città, ma questa è un’altra storia.
di Gaia Bottoni
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