La coerenza politica considerata un’inutile zavorra
Tarantella su reddito di cittadinanza, giustizia e immigrazione
La coerenza politica considerata un’inutile zavorra
Tarantella su reddito di cittadinanza, giustizia e immigrazione
La coerenza politica considerata un’inutile zavorra
Tarantella su reddito di cittadinanza, giustizia e immigrazione
Tarantella su reddito di cittadinanza, giustizia e immigrazione
Si ride per non piangere? Beh, diciamo che non si sa se è meglio l’uno o l’altro.
L’infinita tarantella della politica italiana offre un altro classico del suo repertorio: il disconoscimento di quello che ieri era un trofeo e adesso un disvalore da rivedere o addirittura rinnegare. È successo sulla giustizia con l’abolizione della prescrizione rivista grazie alla riforma Cartabia: la Lega l’aveva approvata, il Pd prima contestata e poi accolta.
Ora entrambi hanno ricambiato opinione: Salvini ha detto sì alla Guardasigilli e promosso referendum su altri temi giudiziari; i Democrat appoggiano l’improcedibilità ma solo dopo aver chiuso l’esperienza di governo con il MoVimento. Poi si è proseguito sui decreti immigrazione, varati in pompa magna dal governo gialloverde presieduto da Giuseppe Conte e adesso rigettati da Conte non più premier.
Adesso tocca all’altro vessillo – forse il più identitario – dell’iconografia grillina: il reddito di cittadinanza. Il Capitano (o ex, non è chiaro) leghista che a suo tempo lo votò chiede di cancellarlo; il Pd è d’accordo sul rivisitarlo per ‘migliorarlo’; Conte (sempre lui) lo difende a spada tratta però è favorevole a monitorarlo «per verificarne l’efficacia».
Una volta c’era Di Maio che gongolava per aver abolito la povertà: vaste programme, avrebbe detto con sarcasmo De Gaulle.
Che la coerenza non sia più considerata una virtù nell’agone politico nostrano è acclarato: meglio inseguire il consenso surfando sull’onda dei like sulle piattaforme digitali o inseguendo gli umori degli italiani attraverso i sondaggi.
Però forse qui si esagera.
Il sostegno alla parte più debole della società, alle famiglie che la pandemia ha ridotto in povertà, alle attività professionali azzerate dal lockdown, è un dovere dello Stato e un obbligo di solidarietà in qualunque comunità democratica. A patto che le risorse arrivino a chi ne ha effettivamente bisogno.
È fondamentale cioè che non vengano disperse, rese improduttive o alimentino aspettative che possono diventare distorsioni come accaduto per i navigator. Altrimenti, al di là delle perverse paradossalità di denaro che fluisce nelle tasche sbagliate, si precipita nel buco nero del ‘debito cattivo’ denunciato da Mario Draghi.
Mettiamola giù dura. Se la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla fare ai generali, così sostenere chi versa in difficoltà è una cosa troppo importante per trattarla con secchiate di demagogia e slogan un tanto al chilo.
C’è un Paese che soffre e merita attenzione e rispetto.
Per tutto il resto… ci sono i manifesti 6×3 da affiggere dell’eterna campagna elettorale.
di Carlo Fusi
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche
Babbo Natale esiste. Anche l’elfo sulla mensola
09 Dicembre 2023
È giunta anche in Europa la tradizione americana dell'”Elfo sulla mensola” e i bambini la accolgo…
Mes, se lo buttiamo giù parte il caos
26 Giugno 2023
Ma sul serio qualcuno crede che il Meccanismo europeo di stabilità, il mitico Mes, interessi gli…
Il si dell’Europa a gas e nucleare ‘green’
07 Luglio 2022
Il voto favorevole al gas e nucleare ‘green’ rappresentano il primo tassello verso la decarbonizz…
Putin e l’Italia: alla fine è solo egoismo
20 Aprile 2022
Putin e l’Italia. In Italia, l’amore per la polemica sgangherata sembra aver superato ogni limite…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.