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La tv generalista o si sveglia o muore

Teledò – La tv generalista o si sveglia o muore

La prevedibilità della tv generalista non può nulla di fronte al cambiamento. Amazon, Sky, Netflix: tutti in prima fila a piangere la morte della tv.

«Se la televisione è lo specchio della realtà, perché non la si tiene in bagno?» si domandava, anni fa, il comico Corrado Guzzanti.

Era solo questione di tempo: con gli smartphone e i dispositivi mobili la tv è entrata pure al cesso senza bisogno di portarsi dietro l’ingombrante televisore. Perché la tecnologia cambia velocemente e la tv si modifica e si innova con lei, nei contenuti e nel modo di fruirne da parte del pubblico.

Prendiamo una notizia recente: l’accordo fra Sky e Amazon per la diffusione nel triennio 2021/2024 della Uefa Champions League via satellite nei bar e hotel abbonati al gruppo televisivo satellitare. Questa notizia, solo in apparenza scontata, ci offre alcune indicazioni sui mutamenti in atto.

Primo: il protagonismo crescente di un soggetto come Amazon nell’universo televisivo.
Secondo: come cambiano, per restare sul mercato, alcuni editori tv già presenti, Sky in questo caso.
Terzo: come non sta cambiando in Italia la tv generalista, quella in chiaro, pubblica e privata (finanziata con il canone o con la pubblicità), ancora avvinghiata a fiction con il prete e il carabiniere eroi, ai giochini a quiz, ai talk show politici tutti uguali dove si vedono sempre le solite 30-40 persone a far da ospiti (per non parlare dei conduttori) e infine ai reality, un format ormai vecchio più di vent’anni, dal Grande Fratello (quando andò in onda c’era ancora la lira) in avanti.

La tv generalista nei fatti è rimasta al Novecento.
Finché la concorrenza non c’era o era moscia, poco male, almeno dal punto di vista del modello economico.

Oggi che sul mercato si sono affacciati soggetti come Netflix, Amazon Prime, Apple TV e via di seguito, con serie innovative, nuovi linguaggi, proposte originali, ricerca di una narrazione originale che sorprenda lo spettatore, facendolo però scegliere fra le tante alternative, o la tv generalista si sveglia oppure il suo declino sarà inarrestabile.

Perché la prevedibilità – sempre le solite storie di bontà, di salvatori, di talk bla bla bla, eccetera eccetera – è la morte della televisione.

 

di Aldo Smilzo

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