Russia: il dissenso fra gli oligarchi
Russia, il dissenso fra gli oligarchi: l’oligarca Arkady Volozh – cofondatore del “Google russo” Yandex – critica il Cremlino mentre si combatte per la costa ucraina
Russia: il dissenso fra gli oligarchi
Russia, il dissenso fra gli oligarchi: l’oligarca Arkady Volozh – cofondatore del “Google russo” Yandex – critica il Cremlino mentre si combatte per la costa ucraina
Russia: il dissenso fra gli oligarchi
Russia, il dissenso fra gli oligarchi: l’oligarca Arkady Volozh – cofondatore del “Google russo” Yandex – critica il Cremlino mentre si combatte per la costa ucraina
Russia, il dissenso fra gli oligarchi: l’oligarca Arkady Volozh – cofondatore del “Google russo” Yandex – critica il Cremlino mentre si combatte per la costa ucraina
Arkady Volozh, cofondatore del “Google russo” Yandex, non usa mezzi termini per definire la guerra mossa da Putin all’Ucraina: «Barbarica» è l’esatta parola che ha usato, riverberando le immagini delle città livellate dall’artiglieria e gli attacchi missilistici che colpiscono i civili ucraini anche a centinaia di chilometri dal fronte. In aggiunta, il magnate tech ha anche dichiarato di aver aiutato molti programmatori russi dissidenti a espatriare. Una conferma sia di come il regime di Mosca stia affrontando un’emorragia di competenze peraltro molto richieste, sia di come il blocco degli oligarchi non sia schierato in maniera granitica dietro al Cremlino. Anche la recente dichiarazione di Dmitrij Peskov sulla vittoria certa e assoluta di Putin alle prossime elezioni sembra fosse rivolta soprattutto alle camarille moscovite, forse dubbiose sulla tenuta dello status quo dopo la crisi causata dell’ammutinamento del Wagner.
Ogni crepa nel sistema putiniano fa comunque gioco a Kyïv, mentre il suo esercito è impegnato in una faticosa campagna per liberare il Sud del Paese. Abbandonata da tempo l’idea di uno sfondamento rapido con i mezzi pesanti occidentali, le Forze armate ucraine (Zsu) procedono con assalti di fanteria contro le fortificazioni russe. Aiutati dalla superiorità delle loro artiglierie nel settore, i militari giallazzurri continuano l’avanzata in due località. A Sud di Zaporiggia i reparti avanzati delle Zsu hanno raggiunto la città di Robotyne, uno snodo stradale importante che – se conquistato – può aprire la strada verso Tokmak da cui i russi coordinano le difese locali. Nell’oblast’ di Donec’k continua invece la discesa lungo le rive del fiume Mokri Yali (Rive Umide), arrivata adesso alla cittadina di Urozhaine che gli ucraini tentano di riconquistare con un assalto da due lati. Quest’ultima avanzata rappresenta una spina nel fianco per i russi giacché punta sulla città martoriata di Mariupol’ e minaccia, se portata a termine, di chiudere il “corridoio di terra” verso la Crimea. Un corridoio presidiato dalla linea difensiva voluta dal generale Sergej Surovikin, ormai caduto in disgrazia, che obbliga a pagare con vite umane ogni metro di terra restituito agli ucraini.
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Un altro fronte inaspettato si è creato grazie a un colpo di mano sul Nipro, quando gli incursori di Kyïv sono riusciti a stabilire una testa di ponte sul lato Est del fiume. Nonostante i consistenti sforzi russi per liberare la sponda, le Zsu hanno resistito e ora le unità nemiche vengono addirittura spostate per difendere Robotyne. Una situazione incoraggiante, sebbene alle Z truppen rimanga l’iniziativa a Nord nell’area di Svatove e Kreminna. Lì però il fronte è comunque ondivago da mesi e l’ordine d’evacuazione da Kupjans’k serve piuttosto a salvaguardare la popolazione dai bombardamenti barbarici dei russi, per usare le parole di Volozh.
di Camillo Bosco
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