Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

I colloqui fra Russia e Usa e la pace in Ucraina

|

Non si sono congiunti Russia e Usa nella dichiarazione che avrebbe dovuto suggellare la sintesi di ore e ore di colloqui in Arabia Saudita

I colloqui fra Russia e Usa e la pace in Ucraina

Non si sono congiunti Russia e Usa nella dichiarazione che avrebbe dovuto suggellare la sintesi di ore e ore di colloqui in Arabia Saudita

|

I colloqui fra Russia e Usa e la pace in Ucraina

Non si sono congiunti Russia e Usa nella dichiarazione che avrebbe dovuto suggellare la sintesi di ore e ore di colloqui in Arabia Saudita

|

Non si sono congiunti, ieri, Russia e Usa nella dichiarazione che avrebbe dovuto suggellare la sintesi di ore e ore di colloqui in Arabia Saudita. Dal Cremlino danno la colpa alla posizione in merito dell’Ucraina. Sbagliato. Il fatto è che i negoziati sono ancora al carissimo amico (amico si fa per dire) e lo si comprende bene mettendo in fila, dopo i colloqui, i messaggi arrivati da Mosca e diretti a Donald Trump

  • Primo messaggio: un incontro trilaterale dei rappresentanti di Mosca, Washington e Kiev non è all’ordine del giorno, con tanto di sottolineatura del portavoce di Putin, Dmitry Peskov: «No, non ci sono ancora discussioni in merito a tale incontro».
  • Secondo messaggio: ancora nessuna data per un vertice di persona fra il presidente Usa Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin. Russia e Usa – fanno sapere da Mosca – rimangono in contatto, ma per adesso non ci sono notizie su nuovi incontri fra delegazioni. «C’è un accordo sul fatto che i contatti continueranno» ha chiosato il solito Peskov. Quanto alla eventualità di un faccia a faccia tra Putin e Trump, stesso discorso: «Non ci sono piani per una conversazione al vertice».
  • Terzo messaggio, stavolta non da Peskov ma dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che chiede agli Usa di impartire un «ordine» all’Ucraina per raggiungere un accordo sulla sicurezza della navigazione commerciale nel Mar Nero e invoca pure la revoca delle restrizioni al commercio di grano e fertilizzanti russi. «Abbiamo bisogno di garanzie chiare, che possono essere solo il risultato di un ordine di Washington al presidente ucraino Zelensky» ha avvisato Lavrov.

Sommando la premessa e l’un, due e tre di messaggi arrivati da Mosca, da congiungere ieri fra Usa e Russia c’era davvero ben poco, a meno di una voglia matta americana di calarsi le braghe davanti allo zar. Non è successo e questo è un fatto (positivo), che però non cancella un paio di altri fatti che positivi non lo sono affatto.

  • Il primo: si può sostenere che i negoziati, avviati dopo che Donald Trump è tornato alla Casa Bianca, siano falliti? No, perché richiedono – dopo tre anni e passa di guerra – tempo e pazienza. Certo però si può dire che la tregua o la pace lampo che il presidente Usa Donald Trump ha sostenuto (soprattutto nella campagna elettorale americana) come possibile con lui alla guida dell’America, quella sì è fallita.
  • Secondo fatto: in questo dilatarsi dei negoziati, a Washington dovrebbero aver compreso una cosa. Che l’Europa e i Paesi che ne fanno parte sono un’alleanza non soltanto storica, valoriale e strategica per gli Stati Uniti d’America, ma pure diplomatica. Per queste ragioni l’osceno sfuggito (nel senso che nessuno lo avrebbe dovuto vedere ma alla fine lo han letto tutti) al vicepresidente statunitense J. D. Vance – in una serie di messaggi in chat svelati per errore e non da lui – non può passare inosservato. «Odio salvare di nuovo l’Europa» ha scritto Vance a Pete Hegseth, segretario americano della Difesa. Che ha replicato: «Condivido in pieno il tuo disprezzo per l’Europa parassita». Dettaglio: l’argomento degli scambi in chat non era l’Europa ma il piano d’attacco americano contro gli Huthi, nello Yemen. 

Giornatacce, queste sono state le ultime 48-72 ore per il mondo libero. A piccolo conforto, sulla sponda europea dell’Atlantico, arriva una notizia dal Regno Unito dove il ministro della Difesa, John Healey, a proposito degli sforzi dell’Unione Europea e della Gran Bretagna (o dei “volenterosi”, volendo allargare, anche se volenterosi sarebbe un nome da cambiare) per giocare un ruolo sulla sicurezza dell’Ucraina e sui negoziati e di una difesa condivisa ha detto: «Basta con la retorica sulla Brexit. Stiamo guidando gli sforzi con il governo e le Forze armate della Francia per affrontare la sfida posta dagli Stati Uniti e soddisfare le esigenze dell’Ucraina, creando una coalizione di Paesi disposti a sostenere Kiev nel contesto di una pace negoziata». Poi ha aggiunto che il governo di Londra è favorevole ad appalti congiunti, per la difesa, con altri Paesi dell’Unione europea. Lavorarci.

di Massimiliano Lenzi

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Dazi, domani l’annuncio di Trump: “Colpiranno anche i Paesi alleati”

01 Aprile 2025
Dazi, domani l’annuncio di Trump alle ore 22 (italiane), le 16 locali: “Colpiranno anche i Paesi…

Destre europee (e mondiali) furibonde dopo la condanna di Marine Le Pen

01 Aprile 2025
Che le destre europee (e non solo) non abbiano una buona relazione con la giustizia non è una no…

Cina, Giappone e Corea del Sud assieme: il miracolo (al contrario) di Trump

01 Aprile 2025
Nell’Oriente estremo del mondo è accaduto in questi giorni un fatto non prevedibile (senza Trump…

4 anni di carcere e 5 di ineleggibilità per Marine Le Pen, esclusa dalle presidenziali. Solidarietà di Cremlino, Orbán e Salvini

31 Marzo 2025
Marine Le Pen condannata per appropriazione indebita di fondi pubblici: frode da 2,9 milioni di …

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI

    Exit mobile version