C’è in giro strana gente, capace di ripetere che le sanzioni non funzionano e che la Russia di Putin va alla grande. Essendo soggetti assai petulanti, mettono alla prova l’altrui sopportazione spedendo previsioni del Fondo monetario internazionale secondo cui la Russia quest’anno crescerà più dell’Italia. Ora, a parte il fatto che si tratta di previsioni, la Russia viene da un 2022 in netta recessione (-2,5%), mentre noi da un anno di buona crescita.
Ma quel che colpisce, in tanto appiccicoso servire, è il preteso senso. Se le sanzioni non funzionassero (falso), non resterebbe che mandare molte più armi all’Ucraina oppure darla vinta al criminale che siede al Cremlino. E non c’è dubbio che i copincollisti della sua propaganda questo desiderano. Vogliono la sconfitta dell’Occidente, non la pace.
In ogni caso, brutto Ferragosto per loro: il rublo crolla vieppiù. Il prodotto interno russo è pompato dalle spese belliche, le vendite all’estero sono sostenute solo da aggiramenti delle sanzioni (che vanno strette, non mollate), il deficit è alle stelle, la popolazione privata del poco di cui disponeva e la moneta precipita. Quanto possano resistere in queste condizioni è difficile dirlo e nessuno, sano di mente, ha mai pensato che questa partita possa essere breve. Difatti lo pensava Putin. Ma gli oligarchi abituati a rubare hanno assai meno su cui lucrare e le famiglie meno da consumare e più figli da mandare a morire.
Non abbiamo nulla da rimproverarci. Noi.
di Sofia Cifarelli
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