Scholz sfiduciato, cade il governo in Germania
La sfiducia al cancelliere Scholz era attesa da tempo. La Germania tornerà al voto il prossimo 23 febbraio, probabile la riscossa dei popolari
Scholz sfiduciato, cade il governo in Germania
La sfiducia al cancelliere Scholz era attesa da tempo. La Germania tornerà al voto il prossimo 23 febbraio, probabile la riscossa dei popolari
Scholz sfiduciato, cade il governo in Germania
La sfiducia al cancelliere Scholz era attesa da tempo. La Germania tornerà al voto il prossimo 23 febbraio, probabile la riscossa dei popolari
La sfiducia al cancelliere Scholz era attesa da tempo. La Germania tornerà al voto il prossimo 23 febbraio, probabile la riscossa dei popolari
Sapeva di non poter proseguire ancora a lungo, il cancelliere Olaf Scholz. E difatti, dopo averlo chiesto, il voto parlamentare ha sancito la sfiducia e la caduta del “governo semaforo”. Era solo questione di tempo, dopo la cacciata/ritiro dei liberali dalla coalizione. E così, conscio di essere arrivato al capolinea, il cancelliere socialdemocratico ha approfittato dei suoi 25 minuti di discorso per delineare un programma per il futuro: transizione verde, 5G, biotecnologie e infrastrutture informatiche. Non ha mancato di sottolineare la necessità di restare al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario, e si è tolto qualche proverbiale sassolino dalla scarpa. Ai popolari della Cdu, probabili vincitori delle prossime elezioni, ha rimproverato di fatto tutte le difficoltà del suo mandato: colpa di Angela Merkel e della sua gestione. Incredibile, il vizio di dare la colpa “a chi c’era prima” non è solo italiano.
Il 23 febbraio la Germania avrà un nuovo Parlamento, probabilmente tra i più disomogenei e frammentati della sua storia. Quasi scontato il trionfo di Friedrich Mertz, che oggi ha voluto piantare l’ultimo chiodo nella bara di Scholz rispondendo alle accuse: «Lei la sua occasione l’ha avuta, cancelliere. Ma l’ha sprecata». Il nuovo (ipotetico) governo Cdu segnerebbe un cambio di passo sostanziale su diversi punti in agenda. Su tutti, il sostegno a Kiev: il leader dei popolari ripete da tempo di voler aumentare le forniture di armi, inclusi i famigerati missili da crociera “Taurus” (che Scholz, senza arretrare di un millimetro, si è sempre rifiutato di consegnare).
Ma il convitato di pietra di questa normale dialettica democratica è il populismo di estrema destra. Afd, ad oggi, ha il 19% dei consensi. Due punti più dei socialdemocratici. La Cdu dovrà scendere a patti con qualcuno, visto che con il 32% non si governa un Paese. I Verdi difficilmente saranno disponibili. I liberali sembrano destinati a sparire. Se non vorranno accordarsi con l’Spd, i popolari hanno solo un’opzione per formare un nuovo esecutivo: il patto con il diavolo. E tutto quello che questo comporta. Staremo a vedere se il “cordone sanitario” costruito attorno ai neo-nazisti reggerà all’urto di questa crisi.
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