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Zelensky vuole umiliare Berlusconi

Zelensky vuole umiliare Berlusconi

L’ex attore e ora leader di guerra Zelensky è stato sfidato da Berlusconi. E il risultato è una disfatta completa per quest’ultimo
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Oggi come oggi, sfidare mediaticamente Volodomyr Zelensky è una follia. L’uomo che incarna l’indomita resistenza ucraina alla barbara aggressione russa ha distrutto in termini di immagine Vladimir Putin già nei primi giorni della guerra.
Il dittatore di Mosca l’aveva immaginata come una lugubre passeggiata di morte e distruzione fino a Kiev, per ridurre in schiavitù il Paese dei girasoli e umiliare l’occidente.

In poche settimane, l’ex attore si è trasformato in un leader in guerra. Voce, volto e anima del suo popolo, mentre un anno dopo Putin schiuma rabbia, minaccia il mondo, ma resta impantanato in una guerra che sente giorno dopo giorno di non poter vincere. Un uomo distrutto politicamente e ormai intoccabile in termini di immagine, se non come futuro vassallo del colosso cinese.

Nonostante tutto questo, Silvio Berlusconi ha voluto sperimentare le conseguenze di un’insensata sfida mediatica a Zelensky, uscendo devastato dalla sua intemerata contro il leader di Kiev al seggio delle elezioni regionali. Il presidente ucraino ha prima concesso appena una stoccata all’ex presidente del Consiglio, nell’intervista a diverse testate italiane di qualche giorno fa. Limitandosi, in quell’occasione, a lodare Giorgia Meloni per il suo appoggio e a fare una battuta sulle casse di vodka da recapitare al leader di Forza Italia. Ha freddamente atteso la visita del capo del governo italiano e la conferenza stampa di ieri pomeriggio, per sferrare il vero contrattacco e demolire sul piano internazionale la figura di Berlusconi.
Sottolineando con parole sprezzanti che l’uomo dai “fraterni amici russi”’non ha avuto la casa bombardata, parenti d amici uccisi, la moglie in cerca di cibo e qualcuno che lo cercasse per ucciderlo, Volodomyr Zelensky ha voluto umiliare l’uomo che solo 10 giorni fa l’aveva definito “quel signore“ e indicato come il responsabile della guerra.

L’ha fatto incurante del terremoto politico che avrebbe generato in Italia e dello sgarbo alla sua ospite, rimasta impietrita e costretta a prendere le distanze dall’alleato, nelle ore in cui aveva portato tutto il sostegno dell’Italia e suo personale alla causa ucraina. Zelensky è stato caloroso con Giorgia Meloni, ma non avrebbe fatto passare impunemente l’attacco di Berlusconi. Ha ringraziato, sorriso, accolto, si è messo a favore di telecamere, per poi colpire con freddezza.

Il presidente ucraino è, come esposto, un mago della comunicazione, ma confonderlo con un vacuo show man è un errore politico gravissimo: è e resta il leader di un Paese in guerra, determinato a vincere a ogni costo. Anche indicando e demolendo i propri avversari non solo nel campo nemico.

di Fulvio Giuliani

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