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Yoko Ono compie oggi 90 anni

Alter ego di John, inafferrabile, detestata, Yoko 90

Yoko Ono compie oggi 90 anni realizzando tutti i suoi desideri. A volte invidiata, a volte odiata, resta la musica della leggenda John Lennon

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Alter ego di John, inafferrabile, detestata, Yoko 90

Yoko Ono compie oggi 90 anni realizzando tutti i suoi desideri. A volte invidiata, a volte odiata, resta la musica della leggenda John Lennon

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Alter ego di John, inafferrabile, detestata, Yoko 90

Yoko Ono compie oggi 90 anni realizzando tutti i suoi desideri. A volte invidiata, a volte odiata, resta la musica della leggenda John Lennon

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Yoko Ono compie oggi 90 anni realizzando tutti i suoi desideri. A volte invidiata, a volte odiata, resta la musica della leggenda John Lennon

Un albero dei desideri virtuale. Per i suoi 90 anni, che Yoko Ono compie oggi, il figlio Sean ha deciso di regalarle un’installazione che richiama al primo albero dei desideri che l’artista giapponese ha creato nel 1996, in nome di un’antica usanza nipponica di scrivere un desiderio su un foglietto e poi appenderlo a un ramo dell’arbusto. La vedova di John Lennon ha raccolto quasi due milioni di desideri, sepolti alla base della Imagine Peace Tower in Islanda, da oltre 200 alberi piantati in musei e gallerie di 35 Paesi.

Mai un compleanno ordinario per Yoko: per gli 80 anni ha festeggiato sul palco, a Berlino, con la celebre Plastic Ono Band. Intanto, sono arrivati gli auguri di Ringo, gli auguri di Elton John. Harrison è morto, chissà se arriveranno da Paul McCartney, per ora i profili di Macca restano silenziosi.

Yoko a 90 anni ha realizzato quasi tutti i suoi desideri. Innanzitutto, è stata fortunata, una prediletta e forse anche per questo assai discussa: ha potuto assistere alla genesi in studio di Abbey Road e soprattutto del White Album, due delle pietre più immaginifiche e virtuose del Fab Four. E’ stata ed è ancora invidiata: chi non ha mai sognato di vivere una storia come quella con Lennon in Imagine?

Il suo desiderio principale, ovvero invecchiare e continuare a provocare ancora con Lennon, gli è stato strappato dalla mente di un criminale. Artista concettuale, attivista, mente libera, sperimentale. Avanguardia, provocazione, stile di vita bohémien, da provocatrice. Altro che “solo” la musa di Lennon, solo una visione superficiale. Yoko è stata fra i primi membri di Fluxus, associazione libera di artisti d’avanguardia, sviluppando l’arte concettuale. Una delle più note: “Cut Piece”, performance in cui stava seduta su un palco ed invitava il pubblico a tagliare con delle forbici i vestiti che aveva addosso. Fino a restare nuda.

Yoko vive ancora a New York, sotto l’appartamento del Dakota, dove John, sposato nel 1969, fu assassinato quasi 43 anni fa. Non è mai piaciuta a tutti. Anzi, è piaciuta a pochi, insomma gli altri pezzi dei Beatles, che poco l’hanno tollerata perché un argine irrisolvibile nella loro corsa verso il pop, sono sempre stati in buona compagnia. Cosa sono stati John e Yoko? Sicuramente, la coppia più discussa dello star system, soprattutto un simbolo contemporaneo ed eterno al tempo stesso dell’attivismo artistico. Se fossero una coppia ora, sarebbero influencer anche solo alzando un sopracciglio, con la potenza delle loro scelte così radicali. Per esempio: a letto insieme, nudi, avvolti nelle lenzuola, potentissimi e provocatori, nel marzo del ‘69, un bed-in della pace nella camera nuziale in un albergo di Amsterdam. Yoko e John, un pugno nei denti agli schemi, attraverso l’arte.

Quello che spesso però sfugge è che Yoko è stata Yoko anche senza Lennon. Sulla scena musicale è stata avanguardia allo stato puro, in un periodo in cui il rock stava per farsi da parte per il punk. Ma Yoko è stata anche star nel duo con Lennon, capace di non stare un passo dietro l’asso dei Beatles, in nome dell’arte che non accetta compromessi morali, neppure dinanzi a un mito, un’icona. Sostanzialmente, ha fatto quello che voleva, quando voleva, nonostante l’ostilità dei seguaci dei Beatles, dei Beatles stessi, di una buona parte dell’opinione pubblica. Le manca solo il “suo” John.

di Nicola Sellitti

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