Topolino in versione hi-tech, Topolino che si muove sotto i nostri occhialini tridimensionali. Topolino nel futuro, dopo aver costruito i nostri sogni nel passato, aiutandoci a costruire il presente. Ci piace l’idea? Mentre ci riflettiamo, il numero 3522, uscito pochi giorni fa, con la prima avventura a fumetti (pure la copertina è tridimensionale) in 3D è andato a ruba, è stato prenotato, richiesto, gli abbonati non attendono altro che riceverlo a casa. A firmare testi, disegni e colori della versione tridimensionale del fumetto più famoso al mondo è Claudio Sciarrone, che ha realizzato – tramite la tecnica dell’anaglifo – un’immagine stereoscopica che, combinando rosso e blu, riesce a dare l’illusione della tridimensionalità.
La rivoluzione tecnologica corre, è un treno in corsa dal quale è praticamente impossibile scendere. E travolge tutto, anche i sentimenti, anche i ricordi che solo le testimonianze fisiche possono rendere. E in questo senso Topolino è un filo che unisce le famiglie, le generazioni. È una legacy.
Ma poi c’è da fare i conti con la realtà e allora ci si accorge che il tempo è passato e Topolino si è già evoluto: negli anni c’è stata la storia più lunga, quella scritta senza mai usare la lettera E. Addirittura una storia minuscola, con lente di ingrandimento in omaggio per permettere ai lettori di decifrarla. Il salto verso il 3D è solo la fisiologica evoluzione del tech. Ma, andando a rovistare, c’è anche l’illustre precedente: l’avventura del 1984 Paperino e la palla misteriosa in 3D, pubblicata su Super Almanacco di Paperino 51 ma che è in realtà una ristampa adattata di Paperino e la palla misteriosa, scritta e disegnata da Marco Rota nel 1981 e pubblicata su Almanacco Topolino 292. Insomma, dobbiamo abituarci all’idea. Tra l’altro, Topolino era pure sbarcato sul metaverso, quando i colossi dell’entertainment si sono posti in scia alle Big Tech per la produzione degli avatar nella nuova realtà: ci è uscito a marzo, poiché Walt Disney ha deciso di eliminare la sua divisione nell’ambito del piano di riorganizzazione con taglio di settemila posti di lavoro. Insomma, è tutto normale. O forse no. Ma anche se si volesse tornare indietro, a quando eravamo ragazzini, a leggerne le storie, consumando le pagine, si può?
di Nicola Sellitti
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