Perchè Iggy Pop non dovrebbe duettare con i Maneskin
Collaborazione in arrivo tra la band vincitrice dell’Eurovision e Iggy Pop? Tutto ha il sapore di un’operazione commerciale dove l’unica cosa in comune sembra essere l’etichetta discografica.
Perchè Iggy Pop non dovrebbe duettare con i Maneskin
Collaborazione in arrivo tra la band vincitrice dell’Eurovision e Iggy Pop? Tutto ha il sapore di un’operazione commerciale dove l’unica cosa in comune sembra essere l’etichetta discografica.
Perchè Iggy Pop non dovrebbe duettare con i Maneskin
Collaborazione in arrivo tra la band vincitrice dell’Eurovision e Iggy Pop? Tutto ha il sapore di un’operazione commerciale dove l’unica cosa in comune sembra essere l’etichetta discografica.
Collaborazione in arrivo tra la band vincitrice dell’Eurovision e Iggy Pop? Tutto ha il sapore di un’operazione commerciale dove l’unica cosa in comune sembra essere l’etichetta discografica.
Dopo un brevissimo periodo di silenzio, come il tuono segue il lampo, ecco un’altra novità clamorosa per i Maneskin, questa volta associato niente di meno che ad Iggy Pop, leggenda vivente di quel rock che in tanti pensano c’entri poco o niente con loro.
Sui social ufficiali della band è apparso un frammento di una videochiamata, avvenuta chissà quando, tra Damiano, soci e Iggy Pop, il tutto accompagnato dalla eloquente scritta “Keep an eye on this. Soon Iggy Pop”. Che ci sia un duetto in arrivo, anche in considerazione del fatto che tutti sono sotto contratto con Sony?
Certamente sarebbe una mossa perfetta per una giovane band vogliosa di saldare la propria posizione nel mercato discografico internazionale che, insperata, si è venuta a creare dopo il travolgente successo post vittoria dell’Eurovision. Restano dubbi invece su quali siano i reali vantaggi per Iggy derivanti da questa collaborazione. O meglio, il pensiero va esclusivamente a un ritorno economico per l’autore di “The Passangers”.
Questa moda dei duetti non è certo una novità.
Di collaborazioni storiche ne sono piene le discografie e gli annali, alcune delle quali davvero memorabili. Altre, certamente meno, create per lo più per scopi commerciali e di rilancio. Negli ultimi anni, con un evidente intensificarsi del fenomeno forse a causa della pandemia e della conseguente impossibilità di esibirsi dal vivo, sempre più unico vero introito sostanziale per le casse degli artisti, le case discografiche hanno iniziato a proporre più duetti. Lo scopo? Probabilmente veicolare ad un unico prodotto discografico più fan base ed assicurarsi milioni di stream e posizioni in alta rotazione radiofonica. Come non pensare subito all’ultimo brano dell’improbabile trio Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti? Per il quale, tra una denuncia del Codacons e l’altra, il successo è stato travolgente. Operazione perfetta, si direbbe. Un singolo a spot è certamente più performante a livello di rapporto spesa-resa rispetto ad un vero e proprio album e ancora di più lo è se a collaborare sono più artisti: Nel mondo della musica per Tiktok è un prodotto indispensabile. Insomma, cercasi disperatamente un valore artistico. Non mancava nei duetti di una volta, quelli che erano l’elemento capace d’impreziosire un album, vedere in Thriller di Jackson “The Girl Is Mine” con McCartney o Queen con David Bowie in “Under Pressure”. Di esempi nel passato ce ne sarebbero a decine. Oggi? Praticamente nessuno. di Federico ArduiniLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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Tag: musica
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