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Ombre cinesi sulla Croisette

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DA CANNES: la seria candidatura alla Palma d’oro di “Caught By the Tides”, diretto dal regista cinese Jia Zhang-Ke, non è certo frutto del recente incontro tra Macron e Xi

Caught By the Tides

Ombre cinesi sulla Croisette

DA CANNES: la seria candidatura alla Palma d’oro di “Caught By the Tides”, diretto dal regista cinese Jia Zhang-Ke, non è certo frutto del recente incontro tra Macron e Xi

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Ombre cinesi sulla Croisette

DA CANNES: la seria candidatura alla Palma d’oro di “Caught By the Tides”, diretto dal regista cinese Jia Zhang-Ke, non è certo frutto del recente incontro tra Macron e Xi

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La seria candidatura alla Palma d’oro di “Caught By the Tides” non è certo frutto del recente incontro tra Emmanuel Macron e Xi Jinping. E non solo perché difficilmente i due leader avranno parlato di cinema, all’Eliseo.

Il cinese Jia Zhang-Ke è regista da premio da ben prima delle rispettive presidenze, del leader francese e di quello cinese. Fra i tanti riconoscimenti, il Leone d’oro a Venezia con “Still Life” nel 2006. Ma a Cannes – dove ha vinto il premio alla migliore sceneggiatura per “Il tocco del peccato” – l’alloro più grande gli è sempre sfuggito. Proverà a convincere la giuria presieduta da Greta Gerwig, con la storia d’amore tra Qiaoqiao e Bin lunga dal 2000 fino a oggi. Il privato è, come spesso accade ai maggiori autori, anche un mezzo per discutere di una intera società. Civile o non civile che sia.

Sulla Croisette, è un sabato da fare impazzire i bookmakers. Perché anche l’altro titolo presentato in gara è sulla carta fortissimo. E gioca in casa. “Emilia Perez” è il nuovo film del francese Jacques Audiard, che fu Palma con “Dheepan” nel 2015. L’opera ha spirito internazionale, anche grazie a un cast in cui spiccano le star Selena Gomez e Zoe Saldana, e curiose dinamiche narrative: un film di emancipazione femminile, che strizza l’occhio al musical. Caratteristiche che potrebbero piacere alla presidente di giuria, regista del militante “Barbie”.

Con meno glamour del connazionale Audiard ma attesissimo fuori gara – da francesi, cinefili e cinefili francesi – è Leos Carax, amato cineasta detestabile che può fare ciò che vuole e a volte lo fa molto bene (“Gli amanti del Pont-Neuf”, “Annette”). Con buona pace di produttori, critici e pubblico. Stavolta è il turno di “C’est pas moi” opera breve (40 minuti) e autobiografica, in cui l’autore dialoga con il Centre Pompidou di Parigi.

Sempre fuori concorso, la regia di una delle attrici più amate di Francia: Noemie Merlant. La coprotagonista di “Ritratto della giovane in fiamme”, in “Les Femmes au balcon” non si risparmia. Recita e dirige una commedia sulla infatuazione a (poca) distanza di tre signore per il vicino di casa.

In una edizione che non trascura il cinema d’animazione (“La plus précieuse des marchandisesdi Hazanavicius è in concorso; la Palma d’onore allo Studio Ghibli di Miyazaki e Takahata) nella sezione “Proiezioni speciali” c’è spazio per “Sauvages” dello svizzero Claude Barras, che già incantò Cannes con “La mia vita da zucchina”.

di Federico Fumagalli

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