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Indian Wells, la supersfida Sinner-Alcaraz e il futuro del tennis

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Indian Wells, domani Sinner affronterà in semifinale Alcaraz. L’ultima volta si sono affrontati a Pechino – a inizio ottobre – ed era il periodo della svolta per Jannik

Sinner Alcaraz

Indian Wells, la supersfida Sinner-Alcaraz e il futuro del tennis

Indian Wells, domani Sinner affronterà in semifinale Alcaraz. L’ultima volta si sono affrontati a Pechino – a inizio ottobre – ed era il periodo della svolta per Jannik

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Indian Wells, la supersfida Sinner-Alcaraz e il futuro del tennis

Indian Wells, domani Sinner affronterà in semifinale Alcaraz. L’ultima volta si sono affrontati a Pechino – a inizio ottobre – ed era il periodo della svolta per Jannik

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L’ultima volta si sono affrontati a Pechino, a inizio ottobre. Era il periodo della svolta per Jannik, che aveva centrato ad agosto il primo Master 1000 di Toronto. Il primo passo verso quattro mesi di dominio assoluto, al pari di altri fuoriclasse di altre epoche come Federer e Sampras, mentre iniziava il periodo fosco per Carlos, fenomeno di precocità e non solo, mentre l’italiano ha impiegato qualche tappa in più per il vertice.

Le statistiche di Sinner-Alcaraz rappresentano solo il contorno alla pietanza principale, ma vale la pena dare una ripassata: 4-3 per l’italiano e la semifinale di Indian Wells vale la seconda posizione in classifica mondiale, con affaccio diretto sulla prima. Se Jannik vince domani, è secondo, si aprirebbero scenari impensabili sino a solo un anno fa, Djokovic sarà assente a Miami, il secondo atto del Double Sunshine, e dovrà difendere migliaia di punti in primavera, se riuscisse a invertire il trend calante. E può ancora, lo sappiamo.

Sin qui, i dati. La certezza, indipendente dall’esito della partita in California, è che si è di fronte finalmente al cambio generazionale. Si giocano l’eredità di Djokovic, i posti che contano nei Master 1000, negli Slam. Sono loro, la mano destra e sinistra del diavolo. Anche se Sinner gioca il rovescio a due mani. La speranza sarebbe che si riproponesse – anche in scala – il meraviglioso duello tra Federer e Nadal. Fenomeni in campo, avversari leali, rispettosi, competitivi. Un dono per il tennis e le premesse anche in questo caso non mancano, anche se soprattutto l’italiano sembra l’epigono del miglior Djokovic, con in faretra anche tracce del gioco da fondocampo di Agassi, mentre Alcaraz sa fare praticamente tutto, anche se il talento dello spagnolo è inferiore a quello di Federer. Ma questa è una legge che vale per tutti, lo svizzero è inarrivabile. È stato come la cometa di Halley.

Jannik e Carlos (come Roger e Rafa) si stimano. Alcaraz poche ore fa ha ammesso che Sinner in questo momento è il numero uno in pectore al mondo. Hanno vinto lo stesso numero di tornei (12), assieme offrono l’immagine migliore del tennis che, che sarà. Presto si giocheranno il trono mondiale. Alcaraz lo è già stato a metà del 2022, a poco più di 19 anni, battendo il primato che era di Lleyton Hewitt, l’australiano che ha vinto un paio di Slam prima dell’avvento di Roger Il Magnifico. Ma, ripetiamo, i numeri sono solo un contorno, quello che importa è il duello che andrà in scena a Indian Wells e chissà poi dove. Il dualismo che è già lì, sotto i nostri occhi, con il russo Medvedev e il danese Rune in seconda fila. E, chi l’avrebbe mai detto, uno dei due è italiano.

di Nicola Sellitti

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