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Maccarani ritorna alla guida della ritmica italiana

Maccarani ritorna alla guida della ritmica italiana

Emanuela Maccarani, dopo le pesanti accuse, è ritornata dt e regina della ritmica italiana tra critiche, ovazioni e un’inchiesta penale ancora in corso
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Maccarani ritorna alla guida della ritmica italiana

Emanuela Maccarani, dopo le pesanti accuse, è ritornata dt e regina della ritmica italiana tra critiche, ovazioni e un’inchiesta penale ancora in corso
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Maccarani ritorna alla guida della ritmica italiana

Emanuela Maccarani, dopo le pesanti accuse, è ritornata dt e regina della ritmica italiana tra critiche, ovazioni e un’inchiesta penale ancora in corso
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Emanuela Maccarani, dopo le pesanti accuse, è ritornata dt e regina della ritmica italiana tra critiche, ovazioni e un’inchiesta penale ancora in corso
Per la ginnastica ritmica italiana l’anno che stiamo per lasciarci alle spalle è stato complesso. L’attenzione mediatica – a lungo ragionevolmente richiesta da uno sport iper medagliato – si è spostata dai successi agli sfaceli, portando alla sospensione di Emanuela Maccarani dall’incarico di direttrice tecnica della Nazionale. Oggi, a distanza di poco meno di un anno da quel provvedimento, l’allenatrice più̀ vincente nella storia dello sport italiano è stata reintegrata e tornerà̀ ad allenare nell’Accademia di Desio. Fine della faccenda. O forse no. Il punto di partenza sono le accuse di due ex ginnaste, Anna Basta e Nina Corradini. Le ragazze raccontano di violenze psicologiche e abusi quotidiani subiti da parte di Maccarani per ottenere quei canoni di perfezione che riuscivano a lasciare tutti a bocca aperta. L’apertura di un enorme vaso di Pandora viene confermata dagli eventi successivi: da un lato una pioggia di accuse e denunce (anche da atlete di altri settori sportivi), dall’altro una solidarietà cieca e totale verso la direttrice tecnica e lo splendido lavoro da lei fatto sulle proprie atlete come se fossero delle figlie. E proprio “figlia” è la parola chiave per chiarire quanto accaduto nella sentenza del 29 settembre 2023: il Tribunale federale della Federginnastica si limita ad ammonire e sospendere Emanuela Maccarani, prediligendo un approccio morbido perché in fondo le sue «espressioni inadeguate durante gli allenamenti» non erano altro che un «eccesso di affetto». A pochi mesi dalle Olimpiadi di Parigi 2024, il presidente della Federginnastica Gherardo Tecchi e il numero uno del Coni Giovanni Malagò ripongono dunque la corona sulla testa di Maccarani, tornata al suo posto di direttrice tecnica della Nazionale della ginnastica ritmica, nonostante le contestazioni di alcuni membri del Consiglio federale che avrebbero voluto attendere la fine dell’inchiesta penale portata nel frattempo avanti dalla Procura di Monza. La confusione regna sovrana quando si prova a ricostruire tutto tassello per tassello. E se l’obiettivo fosse proprio quello di confondere per non chiarire, almeno fino alle prossime Olimpiadi? Perché al di là di ogni costituzionale presunzione d’innocenza, è evidente quanto proprio i Giochi siano il primo tesoro da salvare: per una Federazione che ne ha bisogno per casse e gloria, per una direttrice tecnica a cui servono per una completa riabilitazione, per le atlete che affrontano anni di allenamenti e sacrifici per poi giocarsi un oro in 5 minuti su una pedana. E tutto questo, a quanto pare, conta più del dubbio. È come legittimare uno sgambetto se ha portato alla vittoria. Eppure, in questa vicenda, esistono soltanto perdenti. di Raffaela Mercurio

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