Euro, tanti saluti al contante
In dirittura d’arrivo la sperimentazione dell’euro digitale. La versione elettronica pensata per i tempi in cui il denaro deve correre veloce come le informazioni sui social
Euro, tanti saluti al contante
In dirittura d’arrivo la sperimentazione dell’euro digitale. La versione elettronica pensata per i tempi in cui il denaro deve correre veloce come le informazioni sui social
Euro, tanti saluti al contante
In dirittura d’arrivo la sperimentazione dell’euro digitale. La versione elettronica pensata per i tempi in cui il denaro deve correre veloce come le informazioni sui social
Già oggi ai più digitalmente smaliziati è possibile passeggiare per le vie di Roma, Parigi o Berlino e fermarsi per un caffè pagandolo con un semplice click. Niente contanti, niente carta fisica: basta un gesto sul telefono. A breve tutto questo potrebbe rappresentare la normalità e con la sicurezza garantita dalla Banca centrale europea. Non è un’ipotesi da fantascienza ma la prospettiva concreta dell’euro digitale, versione elettronica della nostra moneta pensata per i tempi in cui il denaro deve correre veloce come le informazioni sui social.
Il progetto ha preso forma nel novembre 2023, quando la Bce ne ha avviato una fase preparatoria che durerà fino al prossimo ottobre. In questi due anni si sono sperimentate soluzioni tecniche, raccolti pareri da cittadini e imprese, simulati scenari di utilizzo. Alla fine, nel 2026, potrebbe arrivare la decisione ufficiale di lancio. Non si tratterà di un semplice portafoglio virtuale: sarà una nuova infrastruttura finanziaria europea, accessibile e sicura, capace di rafforzare la fiducia dei cittadini in un sistema comune. Dal punto di vista tecnico, l’euro digitale avrà ovviamente lo stesso valore dell’euro ‘fisico’ (in banconote o monete) e sarà una passività della Bce. Chi lo possiederà avrà la stessa sicurezza che ha avuto fino a oggi. I portafogli elettronici saranno gestiti da banche o fornitori di pagamento, ma il controllo resterà centrale e pubblico. Non sarà neanche una criptovaluta: niente consumo energetico legato alla blockchain, nessuna volatilità fuori controllo ma stabilità e regole solide come quelle che da oltre vent’anni sostengono l’euro.
Come si può immaginare, l’impatto sull’economia sarà profondo. I pagamenti diventeranno più rapidi e universali, con meno dipendenza da circuiti privati come Visa o Mastercard. In quest’ottica anche le banche commerciali cambieranno volto e dovranno adattarsi a un ruolo diverso: meno depositarie di liquidità e più vicine all’essere fornitrici di consulenza e servizi. In questa transizione potrebbero nascere nuove opportunità, dall’innovazione nei sistemi di pagamento all’integrazione di servizi digitali per famiglie e imprese. Scenari di vita quotidiana rendono l’idea: turisti che acquistano una bottiglietta d’acqua al mercato con un tocco sullo smartphone; un nonno che regala al nipote il biglietto del museo tramite l’orologio digitale; un gruppo di amici che divide il conto della pizza scansionando un QR code. Il gesto del pagamento diventa quasi invisibile, senza tintinnii di monete o fruscii di banconote, ma con la certezza di un sistema sicuro.
Il contante resterà, ma sempre più come un ricordo romantico, un oggetto da nostalgici come i francobolli. Guardando avanti, si apre uno scenario affascinante. Fra dieci anni l’euro digitale potrebbe diventare il motore di un’Europa più integrata e dinamica. I pagamenti transfrontalieri saranno istantanei, semplificando viaggi e commercio. Le transazioni – tracciabili, ma rispettose della privacy – potranno ridurre l’evasione fiscale senza creare controlli invasivi. Imprese locali e mercati rionali trarranno beneficio dalla facilità di pagamento e dalla certezza negli incassi. E i portafogli digitali potrebbero arricchirsi di strumenti oggi impensabili: programmi europei di cashback, incentivi agli acquisti sostenibili, micro-donazioni automatiche a progetti culturali o ambientali. In un futuro del genere, persino piccoli gesti come comprare un panino o convalidare il biglietto della metro diventeranno più ‘fluidi’.
L’euro digitale non è soltanto una questione di tecnologia o di numeri su uno schermo: rappresenta un profondo cambiamento culturale. Potrebbe trasformare la moneta unica in un simbolo ancora più concreto di unità europea, mettendo insieme milioni di persone attraverso un’esperienza quotidiana semplice, sicura e condivisa. Se davvero, come pare, nei prossimi anni questo strumento entrerà nelle tasche virtuali dei cittadini, arriverà un giorno in cui potremo guardarci indietro e dire che l’euro digitale fu l’inizio di un’Europa diversa: più veloce, sicura, innovativa.
Di Stefano Faina e Silvio Napolitano
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