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Bello avere vent’anni nei nuovi anni Venti

Il passaggio dalle scuole superiori all’Università vissuto da una ragazza di vent’anni, che si chiede com’è essere donna oggi rispetto al passato.

Bello avere vent’anni nei nuovi anni Venti

Il passaggio dalle scuole superiori all’Università vissuto da una ragazza di vent’anni, che si chiede com’è essere donna oggi rispetto al passato.

Bello avere vent’anni nei nuovi anni Venti

Il passaggio dalle scuole superiori all’Università vissuto da una ragazza di vent’anni, che si chiede com’è essere donna oggi rispetto al passato.
Il passaggio dalle scuole superiori all’Università vissuto da una ragazza di vent’anni, che si chiede com’è essere donna oggi rispetto al passato.
Sono Sara e ho vent’anni, come dice una delle ultime canzoni dei Maneskin. Sono una ragazza di provincia che quest’anno forse per la prima volta ha vissuto e conosciuto a spizzichi e bocconi Milano, città che ho sempre avuto nel cuore e che sin da bambina sognavo. Quest’anno finalmente ho iniziato l’università ed è stato semplicemente incredibile. Dopo un anno di peripezie tra Dad, un viaggio di maturità annullato, un’ultima gita a Parigi mai fatta e un esame improvvisato in quindici giorni, mi sono buttata nella vita degli adulti: treno ogni mattina, posto in aula da prenotare, mascherina e igienizzante sempre a portata di mano. Ho conosciuto amiche, ascoltato lezioni, corso tra i corridoi alla ricerca dell’aula giusta, ho scoperto il quarto d’ora accademico e le pause pranzo, le lezioni e le chiacchiere nei chiostri, i treni persi e le risate fatte. Ho pensato tanto, mi sono immaginata come sarebbe stato essere una donna che decideva di studiare per intraprende la sua carriera lavorativa, ho pensato come sarebbe stato essere una ragazza del 1968 con l’università e le proteste, e poi degli anni Ottanta con le nuove mode e degli anni Duemila con il nuovo secolo e una vita davanti. La storia è sempre stata parte di me, ho sempre cercato di intrecciare un passato forse immaginato al mio presente. In terza media scrissi la mia tesina sul coraggio di combattere. Portai Martin Luther King e Kennedy, perché la mia professoressa di lettere aveva detto che nella vita bisognava avere degli ideali e io scelsi loro. Oggi siamo nel 2021 e ancora tra passato e presente cerco di vivere la mia vita al massimo. Il prossimo, l’altro, il diverso, chi si siede di fianco a me e chi preferisce mantenere una certa distanza, chi sorride anche dietro una mascherina e chi ha la testa sempre in ufficio: quest’anno su quei treni ho osservato tanta gente e ho scoperto quanto è meraviglioso e misterioso il mondo in cui viviamo. Penso di non aver mai trovato niente di più interessante.   Di Sara Ravera  

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