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Crepuscolo o aurora, l’Europa scelga cosa vuole fare da grande

L’Europa si trova davanti ad un bivio, deve scegliere quale ambizione le sia più adatta.

Crepuscolo o aurora, l’Europa scelga cosa vuole fare da grande

L’Europa si trova davanti ad un bivio, deve scegliere quale ambizione le sia più adatta.

Crepuscolo o aurora, l’Europa scelga cosa vuole fare da grande

L’Europa si trova davanti ad un bivio, deve scegliere quale ambizione le sia più adatta.

L’Europa si trova davanti ad un bivio, deve scegliere quale ambizione le sia più adatta.

Il rinnovato bipolarismo tra Stati Uniti e Cina ha il sapore della Guerra fredda e nella partita a scacchi globale che definirà le sorti del XXI secolo l’Europa si trova nel mezzo. Da un lato l’Ue sembra pronta a una nuova primavera per l’Alleanza atlantica (come parrebbe suggerire l’annuncio dell’istituzione del nuovo Trade & Technology Council fra le due potenze) dopo l’inverno dei quattro anni di amministrazione Trump, ma dall’altro continua a strizzare l’occhio al mercato cinese (chiudendo l’altro sui campi nello Xinjiang e su Hong Kong) con accordi come il Comprehensive Agreement on Investment. I candidati al ruolo di nuovo polo guida sono dunque due, e l’Unione europea non è fra questi. La domanda sorge spontanea: perché? La risposta più breve e immediata è che l’Ue non è un polo politico ma una chimera di istituzioni e burocrazia ancora in cerca della propria identità. Non che non ne siano state proposte, sia chiaro, ma le forze centripete (europeiste) e centrifughe(nazionaliste) non riescono a trovare una sintesi. Mentre dal fronte cosiddetto ‘sovranista’ alcune critiche al progetto europeo possono essere legittimamente accolte (per esempio l’incapacità di gestire il fenomeno migratorio), la soluzione proposta appare anacronistica. Fino a quando l’Europa parlerà con 27 diverse voci ai leader mondiali, il massimo cui potremo aspirare sarà il ruolo di ago della bilancia, non certo quello di power player. L’Europa si trova difronte a un bivio e la scelta che farà potrà decretare il crepuscolo di qualunque ambizione di diventare una powerhouse politica, oltre che economica, indipendente o l’aurora di un secolo che potrà dirsi europeo quanto americano si è detto del precedente. Dalla capacità di mediare il necessario compimento del disegno federalista al rispetto per le identità nazionali – che nell’Unione devono trovare una sintesi e non un annichilimento – passerà il futuro non solo del progetto europeo, ma anche di milioni di vite. di Armando Consiglio

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