I giovani armati e l’allarme in Italia
Il grave pericolo dei giovani armati: dare la colpa alla sola musica – anche se certamente molti di loro si ispirano, ad esempio, ai trapper – diventa però riduttivo
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I giovani armati e l’allarme in Italia
Il grave pericolo dei giovani armati: dare la colpa alla sola musica – anche se certamente molti di loro si ispirano, ad esempio, ai trapper – diventa però riduttivo
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I giovani armati e l’allarme in Italia
Il grave pericolo dei giovani armati: dare la colpa alla sola musica – anche se certamente molti di loro si ispirano, ad esempio, ai trapper – diventa però riduttivo
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Il grave pericolo dei giovani armati: dare la colpa alla sola musica – anche se certamente molti di loro si ispirano, ad esempio, ai trapper – diventa però riduttivo
Non è più soltanto una questione di periferie, che nell’immaginario collettivo si accompagnano a degrado e mancanza di regole. A Roma un 15enne ferito con una coltellata alla fermata della metro. A Napoli un video immortala un giovane che imbraccia un mitra come fosse la cosa più naturale del mondo.
Immagini, episodi (e questi sono soltanto gli ultimi in ordine di tempo) che rilanciano un allarme che riguarda anche molte altre città. Quello dei ragazzi ‘a mano armata’. E non è soltanto un modo di dire. Certo, ci sono i trapper che nei loro videoclip sfoggiano coltelli e pistole come fossero giocattoli. E di sicuro sono loro i modelli per tanti di questi adolescenti. Ma dare la colpa alla musica diventa a un certo punto riduttivo. Qualche settimana fa il ministro dell’Interno Piantedosi lo aveva detto in modo chiaro: «Tanti ragazzi esercitano ancora la cultura dell’arroganza, girando con le armi». Il punto è che il fenomeno, più che un retaggio di un passato ancora da buttarsi alle spalle, sembra una tendenza in crescita. E provando a parlarne con i ragazzi se ne ha la conferma. Al netto di chi esagera, è sconcertante sentire raccontare come per gli adolescenti di oggi sia normale vedere armi e coltelli. Anche a scuola. Non si stupiscono, sostengono sia ordinaria amministrazione.
Non stiamo neanche parlando esclusivamente di realtà difficili né c’è distinzione fra italiani e seconde generazioni di immigrati. Se è vero che molti dei trapper diventati famosi a suon di reati e video dove si inneggia alla violenza sono di origini straniere, quello che i minorenni di oggi descrivono è uno spaccato che fa venire i brividi. Alcuni raccontano di girare armati «per difendersi»: difendersi da strade percepite come poco sicure, difendersi dai compagni, difendersi armandosi. La sopraffazione, le bande di giovani, sono sempre esistite. Ma andarsene a scuola con un coltello oppure con pistole vere o finte, è altro. È un altro livello. E deve preoccupare. Intanto perché ormai è facilissimo reperire di tutto. Poi perché laddove c’è meno controllo – su social come Telegram per esempio – ci sono quattordicenni che si scambiano consigli su come fabbricare molotov, su dove trovare il materiale per costruire ordigni artigianali.
Senza voler eccedere negli allarmismi, è chiaro che per molti parlare di armi è soltanto un modo per sentirsi ‘grandi’. Ma il problema è che poi si moltiplicano quelli che pistole e coltelli li usano davvero. Napoli, Palermo, Milano e così via. Anche in pieno centro, in pieno giorno. È necessario affrontare il tema intanto con un incremento dei monitoraggi su quei canali del dark web dove si vende e si compra di tutto. Ma anche con una grande attenzione da parte dei genitori. Perché è vero che non si può sempre dare la colpa agli adulti per ciò che fanno i ragazzi. Però un cambiamento – necessario – incomincia dentro le mura di casa. Anche se significa imporre qualche divieto, in un momento in cui ai ragazzi tutto sembra concesso e dovuto.
di Annalisa Grandi
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