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Elezioni Usa 2024: da Musk a Rogan, i “divisivi” che contano più delle star di tv e musica

Da Elon Musk, che ha trasformato un social network in un megafono per la campagna elettorale vincente di Trump, fino al controverso Joe Rogan

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Elezioni Usa 2024: da Musk a Rogan, i “divisivi” che contano più delle star di tv e musica

Da Elon Musk, che ha trasformato un social network in un megafono per la campagna elettorale vincente di Trump, fino al controverso Joe Rogan

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Elezioni Usa 2024: da Musk a Rogan, i “divisivi” che contano più delle star di tv e musica

Da Elon Musk, che ha trasformato un social network in un megafono per la campagna elettorale vincente di Trump, fino al controverso Joe Rogan

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Da Elon Musk, che ha trasformato un social network in un megafono per la campagna elettorale vincente di Trump, fino al controverso Joe Rogan

Elon Musk, che si è comprato non a prezzo di saldo un social network, perdendo anche milioni di utenti, trasformandolo poi in un megafono per la campagna elettorale vincente di Trump. Poi il resto dell’esercito a sostegno del (prossimo) nuovo presidente degli Stati Uniti: dal controverso – a dir poco – Joe Rogan, mente e braccio di un podcast negli Stati Uniti, famoso anche per le sue posizioni estremamente conservatrici e per un diffuso sentimento anti Vax ai tempi della pandemia da Covid-19 e poi Hulk Hogan, l’eroe del wrestling degli anni ‘80 e ‘90, che sino a qualche giorno fa si è strappato la maglietta – come per decenni sul ring – a favore dell’amico Trump. Le presidenziali che consegnano la Casa Bianca a Trump dicono chiaramente che sono i personaggi contraddittori, che tendono a dividere, anche a lasciare di stucco per le proprie posizioni, ad emergere rispetto agli artisti e personaggi dello sport che si sono schierati al fianco di Kamala Harris.

Da Bruce Springsteen a Beyoncé, poi Oprah Winfrey a Jennifer Lopez, sino a LeBron James, che una settimana fa su X esortava i suoi accoliti a votare per la candidata dem, lui che in passato ha avuto diversi battibecchi con Trump, quando il candidato Rep era alla White House per le politiche sulle minoranze etniche. Se il pacchetto di appelli anti Trump è servito per l’elezione di Joe Biden nel 2020 a discapito dello stesso Trump, ora il tempo del “politically correct” e dei messaggi inclusivi sembra essere passato, si vota ormai per contrapposizione, non contano i modelli positivi piuttosto quelli polarizzanti, piuttosto quelli che lasciano il segno, soprattutto attraverso i social network, qualunque sia il segno. Lo ha compreso un altro miliardario dalle posizioni controverse come Mark Cuban, che congratulandosi con Donald Trump via X, attribuisce buona parte del successo di Trump a Elon Musk.

di Nicola Sellitti

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