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Miami Open Sinner

Uragano Sinner, è finale a Miami!

Straordinario Jannik Sinner (n.3 al mondo) che batte in semifinale 6-1, 6-2 Daniil Medvedev (n.4 al mondo)

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Uragano Sinner, è finale a Miami!

Straordinario Jannik Sinner (n.3 al mondo) che batte in semifinale 6-1, 6-2 Daniil Medvedev (n.4 al mondo)

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Uragano Sinner, è finale a Miami!

Straordinario Jannik Sinner (n.3 al mondo) che batte in semifinale 6-1, 6-2 Daniil Medvedev (n.4 al mondo)

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Straordinario Jannik Sinner (n.3 al mondo) che batte in semifinale 6-1, 6-2 Daniil Medvedev (n.4 al mondo)

Quando in campo non si reincarna in Marat Safin, suo connazionale e uno dei talenti più abbaglianti del tennis di sempre che spesso si è avvitato su se stesso, Medvedev è anche un saggio: a Indian Wells, dopo averle prese da Carlos Alcaraz in finale, ha detto con schiettezza che per lui e per gli altri sarà molto complicato vincere una partita con lo spagnolo e con Jannik Sinner. Pochi giorni dopo a Miami è arrivata l’ennesima conferma: il tennista italiano è il più forte giocatore al mondo da sei mesi a questa parte. Lo ha praticamente travolto, Jannik (6-1; 6-2), nella semifinale di Miami, dove Sinner ha perso in finale con il russo lo scorso anno. Ma è un altro Sinner, che in quattro tornei nel 2024 ha centrato come risultato minimo una semifinale (a Indian Wells, battuto da uno straordinario Alcaraz), poi successo all’Australian Open e a Rotterdam. Il bilancio stagionale dice 21 successi e una sconfitta: se vince a Miami, è il nuovo numero due al mondo, scavalcando Alcaraz e lanciando più di un Opa sul primo posto nella classifica mondiale, con Djokovic alle prese con se stesso e con il cambio di allenatore, dopo i saluti con Goran Ivanisevic. 

In questo momento Jannik è l’eccellenza del tennis mondiale, la continuità a livelli eccelsi. Nessuno è come lui e difficilmente, come continuità, qualcuno si avvicinerà nei prossimi tempi. Se Alcaraz raggiunge dei picchi di gioco, di talento forse superiori, Jannik è un metronomo, è la versione riveduta di Lendl e Agassi, con tracce di Djokovic. 

Certo, Medvedev ha aiutato, è stato in rottura prolungata con se stesso in tutta la partita, tra anatemi all’allenatore e alla moglie. Forse è in sindrome Sinner, con cui perde da cinque partite in fila. La partita è stata vinta dall’italiano in un’oretta scarsa, alla Roger Federer in giornata di grazia quando lasciava agli avversari praticamente nulla. Ma si deve anche saper vincere così, si deve avere la capacità di non cedere un secondo, di mostrarsi senza pecche, senza appigli per l’avversario, dominando psicologicamente un vincitore di Slam ed ex numero uno al mondo. Ora Jannik attende il vincente di Zverev-Dimitrov: il bulgaro è la versione in scala di re Roger, a 33 anni sta vivendo la sua stagione migliore, abbaglia per talento, mentre il tedesco sta tornando davvero ad alti livelli. Ma Jannik, in questo momento è di un’altra categoria.

di Nicola Sellitti

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