Il Fair Play allunga la vita. Il buon esempio di Inter e Napoli
Sarà anche una sorta di “atto dovuto“, ma il Fair Play e la sportività mostrata da tante società e tanto per cominciare dalle dirette interessate all’emozionante lotta-scudetto, fanno ben sperare

Il Fair Play allunga la vita. Il buon esempio di Inter e Napoli
Sarà anche una sorta di “atto dovuto“, ma il Fair Play e la sportività mostrata da tante società e tanto per cominciare dalle dirette interessate all’emozionante lotta-scudetto, fanno ben sperare
Il Fair Play allunga la vita. Il buon esempio di Inter e Napoli
Sarà anche una sorta di “atto dovuto“, ma il Fair Play e la sportività mostrata da tante società e tanto per cominciare dalle dirette interessate all’emozionante lotta-scudetto, fanno ben sperare
Sarà anche una sorta di “atto dovuto“, ma il Fair Play e la sportività mostrata da tante società e tanto per cominciare dalle dirette interessate all’emozionante lotta-scudetto, fanno ben sperare. Bello l’uno-due via X fra Inter e Napoli. Non è vietato sognare, insomma, uno scatto della civiltà sportiva di questo benedetto Paese. O almeno qualche accenno positivo si ha la sensazione possa esserci.
Certo, non mancano mai gli sconsiderati, gli esagitati, gli esagerati e direttamente i pirla. Chi non sa perdere e chi non sa vincere… insomma, ce n’è sempre troppo e per tutti i gusti. Non appartengono a nessuna di queste categorie – lo ripeto, non appartengono a nessuna categoria citata – ma si sono messi a litigare anche uno dei giornalisti sportivi italiani più seguiti nel mondo social, Fabrizio Biasin, e un giocatore del Napoli, Juan Jesus.
Non entrerei mai in una contesa simile. Conosco il giornalista e non conosco il giocatore e credo che mai e poi mai il primo mancherebbe di rispetto a chicchessia. Juan Jesus ha spiegato di esserci rimasto male per quella che ha definito proprio una “mancanza di rispetto“. Ma sono assolutamente certo che basterebbe scambiarsi un messaggio comprensivo, tendere la mano e fra persone intelligenti tutto finirebbe lì. Senza neppure dover spiegare, precisare o illustrare. A volte basta dire: “Ok, comunque sia, va bene così, abbracciamoci e – in questo caso- Forza Inter per sabato”.
Parlando in generale, abbiamo bisogno di maggiore rispetto, di più educazione. Mentre siamo sommersi da gente che non sa più ridere, che non accetta lo sfottò civile e divertente. Che poi è il sale di ogni lunedì mattina. O no?! Ci stiamo riducendo a delle tribù vagamente patetiche e certamente ridicole.
Non pretendo che tutti i tifosi diventino di colpo delle educande o scoprano la bellezza del tendere la mano all’avversario, riconoscendo tanto per cominciare i meriti altrui. Credo che chiunque abbia una certa visibilità – in tutti ruoli e in tutti i settori – abbia il dovere morale di impegnarsi per una crescita complessiva. Evitando, fatemi aggiungere a livello personale, il comodo rifugio dell’ipocrisia di non dire per chi si fa il tifo. Terrorizzati dall’essere considerati meno credibili o altro.
Io tifo Napoli da quando ero bambino. Tiferò sempre Napoli e non smetterò mai di raccontare il calcio da tifoso del Napoli, ma soprattutto da osservatore. Reclamando il rispetto dovuto a chi si occupa di sport professionalmente. Un tempo – pensate ai cronisti Rai di quando eravamo ragazzi- questo era semplicemente impossibile. Grazie al cielo siamo cresciuti, ma ancora troppo poco.
Di Fulvio Giuliani
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