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40 anni di  “Maurizio Costanzo Show”. Chiamato così per una sfida e “infastidire” Renzo Arbore

A 40 anni dalla prima messa in onda, il  “Maurizio Costanzo Show” torna su Canale 5, al Teatro Parioli, dove tutto ebbe inizio. Ma per il poliedrico conduttore questo non sarà l’unico anniversario da festeggiare.
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40 anni di  “Maurizio Costanzo Show”. Chiamato così per una sfida e “infastidire” Renzo Arbore

A 40 anni dalla prima messa in onda, il  “Maurizio Costanzo Show” torna su Canale 5, al Teatro Parioli, dove tutto ebbe inizio. Ma per il poliedrico conduttore questo non sarà l’unico anniversario da festeggiare.
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40 anni di  “Maurizio Costanzo Show”. Chiamato così per una sfida e “infastidire” Renzo Arbore

A 40 anni dalla prima messa in onda, il  “Maurizio Costanzo Show” torna su Canale 5, al Teatro Parioli, dove tutto ebbe inizio. Ma per il poliedrico conduttore questo non sarà l’unico anniversario da festeggiare.
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A 40 anni dalla prima messa in onda, il  “Maurizio Costanzo Show” torna su Canale 5, al Teatro Parioli, dove tutto ebbe inizio. Ma per il poliedrico conduttore questo non sarà l’unico anniversario da festeggiare.
Quest’anno il “Maurizio Costanzo Show” compie quarant’anni: un record se confrontato con la durata effimera dei programmi televisivi attuali e, per celebrare questo importante traguardo, dal 5 aprile riparte la nuova edizione su Canale 5. Era l’8 settembre del 1982 quando, dopo un breve esperimento presso gli studi semi-vuoti di Saxa Rubra, al Teatro Parioli di Roma venne registrata la prima puntata del “Maurizio Costanzo Show”, che andò in onda il 14 dello stesso mese su Rete 4. Ci aveva già provato anni prima, Maurizio Costanzo, a dettare le regole di questo formato – innovativo per l’epoca – dapprima con “Bontà loro” (1976-1978) e poi con “Acquario” (1978-1979) e “Grand’Italia” (1979-1980).

Ma si trattava solo di porre le basi per il talk show che avrebbe rivoluzionato il genere stesso in Italia.

Ideale prosecuzione dei suoi primi programmi, il Costanzo Show ne ricalcava sostanzialmente la formula, con un’attenzione più marcata alle tematiche d’attualità e alla forza narrativa del racconto delle personalità intervistate, senza perdere di vista gag e momenti esilaranti. Un appuntamento storico che ha regalato momenti scolpiti nella memoria dei telespettatori, aprendo una finestra sul mondo della cultura e della conoscenza tipica della televisione degli albori, anche se – come disse  lo scrittore Umberto Eco nel 1983: “Quando il MCS ebbe inizio, la tv era appena uscita dal monopolio e dalla pedagogia: si stava affermando la Neotelevisione”. Spettacolo, sport, cultura, politica, cronaca, sanità e grandi battaglie civili sono alcuni dei temi trattati nel corso degli anni attraverso la presenza di ospiti illustri come Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Monica Vitti, Sophia Loren, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, Giulio Andreotti. Personalità che mettono i brividi soltanto a leggerne il nome e che oggi faremo fatica a immaginare nella televisione attuale. Senza contare i numerosi volti lanciati proprio sul palco del Costanzo Show come Platinette (prima drag queen ad arrivare al grande pubblico in Italia), Vittorio Sgarbi, Enzo Iacchetti, Giobbe Covatta. Ma la vera rivoluzione fu la contrapposizione di persone comuni agli ospiti illustri sul palco, con il chiaro intento di incarnare il pensiero popolare e intavolare quella differenza di vedute che dava vita allo show. “Lo show nasceva dalla partecipazione degli ospiti, dalle cose che venivano dette, da quello stupore che si sarebbe creato. Si fa spettacolo con uno sportivo e fa notizia che il medesimo non si ritenga orripilato davanti all’ermafrodita” afferma il conduttore in un’autobiografia. A Costanzo non va riconosciuto solo il coraggio di aver affrontato questioni come la mafia, contro la quale si schierò apertamente fino a costargli quasi la vita nell’indimenticato attentato di via Fauro – fortunatamente fallito – compiuto a danno suo e della moglie, Maria De Filippi, il 14 maggio 1993 tramite l’esplosione di un’autobomba. A lui si deve anche la capacità di aver inaugurato un nuovo modello di conduzione: egli stabilisce gli argomenti e i ritmi della discussione, pone domande agli ospiti, dialoga con il pubblico, entra nel dibattito mantenendo il potere dell’ultima parola e si assume la responsabilità delle proprie opinioni.  “Chiamai così il mio programma per tre ragioni. Per sfida: era un modo di riaffermare il mio nome. Per distinguere questo talk show dagli altri e per battere sul tempo la concorrenza. Avevo sentito dire che Renzo Arbore aveva in animo di fare la stessa cosa”. Questa sua dichiarazione risalente al 2001 rende chiara la personalità di colui che può essere consacrato a tutti gli effetti l’anchorman per eccellenza della tv italiana, alla pari del suo omonimo internazionale David Letterman, dal quale prese ispirazione per il suo show.

Ma quello del Costanzo Show non sarà l’unico anniversario che il poliedrico conduttore festeggerà quest’anno.

Il 2022 è un anno speciale, che gli fa raggiungere anche i 70 anni dal debutto nel mondo del giornalismo (nel quotidiano “Paese Sera”), ma anche il 60esimo anniversario dagli esordi in radio (con il programma “Buon pomeriggio” insieme a Dina Luce). Nonostante gli anni e gli acciacchi dell’età, il MCS si conferma un programma imprescindibile e rivoluzionario della televisione italiana, capace di far luce ancora oggi su argomenti chiave della società, anche grazie al suo conduttore.   Di Alessia Luceri

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