L’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si sposa. Auguri e figl…. Accidenti mi stava sfuggendo, non è politicamente corretto, ritiro anche solo l’averlo pensato. Auguriamo agli sposi ogni bene e felicità. La felicità di ciascuno giova alla felicità di tutti. Apprendiamo, ma non essendo invitati non sapremmo dirvi con precisione, che la relativa festa si terrà in prestigiosa villa toscana, con generosità di spesa e inviti very very vip. Il che – oltre a spiegare perché non siamo stati invitati né potremmo esserlo – ci va benissimo. Sul serio: l’esponente dell’ortodossia grillina fa bene a sposarsi come meglio crede e non useremo una sola parola moralista, anche perché sono state tutte ipotecate dal suo Movimento. E no, non cederemo alla tentazione di dire che dopo essere arrivati in autobus ed essersi trasferiti nei cortei di auto ministeriali con scorta, in corsa verso i voli di Stato, ora gli stessi che si mostrarono umili provano a somigliar ai ricchi e potenti che criticarono. Non cederemo perché non sarebbe solo misero, ma peggio: falso. Il volere riuscire a essere quel che non si è, compensando con le apparenze l’assenza di sostanza, è esattamente l’aspirazione coltivata dalle tante famiglie che investono nei matrimoni quel che non spenderebbero per far studiare i pargoli. E i risultati si vedono. C’è della coerenza, in quell’approccio. Non vederla sarebbe talmente grossolano da finire con il somigliare troppo a chi si vuol criticare. E no, questo è chiederci troppo. di Gaia Cenol