Esteri

Dopo sei mesi di guerra durissima lo stallo del fronte è conclamato, mentre l’armata di Putin perde sempre più impeto.

Mentre la siccità californiana non frena, i vip sprecano quantità incredibili di acqua

Con il “quiet quitting” si sceglie di non anteporre più la carriera al benessere. Una filosofia che rischia di mettere in crisi il sogno americano.

Le donne a Budapest studiano di più degli uomini e per il governo del Paese è motivo di allarme: mettono in imbarazzo gli uomini, ormai incapaci di sentirsi alla loro altezza.

Il mar cinese meridionale è al centro di rivendicazioni marittime e territoriali da decenni.  

La vita in Ucraina, nel cuore delle zona occupate dai russi, sembra tratta da un capitolo di Orwell o Aldous Huxley.

Astronauti, falci, martelli e cani shiba occupano lo spazio immateriale del conflitto in una sorta di “memeguerra” tra Russia e Ucraina alla Richard Dawkins.

C’è un mondo a sé stante che si muove, una “stagione all’inferno”: è quello che accade sulla frontiera tra Russia e Ucraina che separa la vita come la conosciamo dall’orrore rascista.

Il giallo e il blu sono ovunque: in ogni casa fuori città e ad ogni finestra dei palazzi in centro sventola una bandiera ucraina. I marciapiedi, i pali della luce, gli spartitraffico.

I turisti russi spie involontarie per i servizi segreti ucraini.

In Russia le telecamere di sorveglianza sono ovunque e sempre accese, sulla scena di questo crimine erano spente da due settimane.

Le torture inflitte agli ucraini non sono una responsabilità soltanto del criminale Putin: vi sono momenti nella Storia in cui il Male assoluto torna ciclicamente a ricordarci di cosa è capace l’uomo, contro sé stesso.