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I corridoi umanitari varati ieri nella seconda giornata di negoziati fra Russia e Ucraina sono, contemporaneamente, un debole raggio di luce in quest’immane tragedia, ma purtroppo anche la conferma della drammaticità assoluta del momento.

La potenza nucleare della Russia messa in stato d’allerta è la manifestazione di quanto il demone del potere sia diventato paranoia. Ma un mondo post atomico non è desiderabile neanche per il plutocrate post sovietico.

La quantità di fake news riciclate senza controllo dai sostenitori dai ‘putiniani da tastiera’ sui social per giustificare la guerra è preoccupante ma, a guardar bene, non è una novità.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia non è giustificabile. L’impreparazione attuale è consistita nel ritenere che la Russia post sovietica fosse diventata una di noi.

Trump come altri leader occidentali ha cambiato idea su Putin: conforta poco vedere che abbiano dovuto vedere la guerra in faccia per farlo.

Ogni guerra è fatta di propaganda, parole e fotografie ma questa è anche una battaglia a colpi di social: l’unico strumento in grado di portare alla luce ciò che Mosca si ostina ad occultare.

L’unità raggiunta dal nostro Paese in politica estera è un risultato positivo. Tanto più che la posizione del governo è inequivocabilmente atlantista, europeista e schierata a difesa dell’Ucraina.

Lo zar Putin si è assunto una responsabilità davanti alla Storia e di cui dovrà pagare il prezzo: l’esclusione totale dal mondo libero quando tutto questo sarà finito. Ma intanto la partita è già oggi e un altro giocatore come la Cina ha appena iniziato le sue mosse.

Dopo le incertezze iniziali Mosca ha modificato la propria tattica, tornando all’antico della scuola sovietica e alla pioggia di fuoco d’artiglieria sulle città. Senza più distinzione tra obiettivi militari ed obiettivi civili.

Anche i campioni sportivi ucraini partono in guerra per difendere la propria città dall’attacco russo. Campioni dei pesi massimi di pugilato come Vitali e Wladimir Klitschko sono ora nella riserva militare, in risposta alla chiamata alle armi del Ministero della Difesa ucraino.

Nonostante l’angoscia per la guerra in Ucraina, ci sono varie ragioni per credere che non tutto sia perduto. L’invasione del Paese non si è tradotta in una blitzkrieg e questo è un indizio che le forze ucraine mostrano una significativa capacità di resistenza.

Girasoli sulle tombe dell’esercito di Mosca.